(Teleborsa) – Fine settimana bollente sul fronte economico, con molte novità giunte dal vertice del G20 tenutosi in Corea del Sud. I ministri delle finanze ed i presidenti delle banche centrali dei paesi più industrializzati al mondo hanno preso una decisione definita da molti storica, dando maggior peso ai paesi in via di sviluppo all’interno del Fondo Monetario Internazionale (FMI). In particolare l’Europa dovrà rinunciare a due delle otto poltrone che già occupa. Il ministro dell’economia italiana, Tremonti, ha subito precisato che la posizione dell’Italia “non è in discussione” e che il Bel Paese rimane “la settima economia del mondo e lo saremo per molto tempo ancora”. Il direttore generale dell’FMI, Dominique Strauss-Kahn, piuttosto soddisfatto ha dichiarato che si tratta di un adeguamento alla nuova realtà dell’economia mondiale, visto che i paesi emergenti del cosiddetto Bric (Brasile, Russia, India e Cina) stanno prendendo sempre più spazio. Si attende l’avallo politico fra tre settimane dal summit dei capi di Stato e di governo a Seul. Piccola vittoria anche sul fronte valutario, con l’impegno solenne dei leader a “evitare svalutazioni competitive” e “a lasciare al mercato la determinazione dei tassi di cambio” facendo sì che il “sistema dei cambi rifletta i fondamentali economici”. Una frase di questo tipo non era mai comparsa prima d’ora in un comunicato del G20, anche se molti si aspettavano qualcosa di più concreto. Accordo di massima raggiunto ma senza paletti. La tregua valutaria tra Usa e Cina sembra ormai essere stata raggiunta, dopo la lotta alla svalutazione delle rispettive divise per favorire la propria bilancia commerciale. Niente da fare invece per la proposta avanzata dagli Stati Uniti, che prevedeva di stabilire limiti fissi ai surplus commerciali dei vari paesi.
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