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AirHelp, la start-up più odiata dalle compagnie aree allarga gli orizzonti

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NEW YORK (WSI) – I più odiati dalle compagnie aeree. Mai uno slogan appare più indovinato quando si parla di Air Help, start-up nata poco più di un anno fa da un’idea di Henrik Zillmerr, trentenne danese che, nell’agosto dello scorso anno, ha fondato il gruppo con un’idea precisa: quella di aiutare i passeggeri di voli aerei in overbooking, con ritardi superiori alle tre ore o cancellati a sbrigare tutte le pratiche per ottenere rimborsi.

“Ci occupiamo di tutto il processo per ottenere il risarcimento dalle compagnie aeree, avvalendoci di una legge europea, la 261/2004, secondo la quale ogni passeggero può ottenere dalla compagnia, entro tre anni dal volo, un rimborso che può arrivare fino a 600 euro ” ci spiega Danilo Campisi, 28enne siciliano, ex Bocconiano, portavoce della filiale italiana del gruppo, specificando che solo nel caso in cui il reclamo vada a buon fine, Air Help trattiene il 25% del rimborso.

[ARTICLEIMAGE]Nel primo anno di vita, Air Help ha aiutato circa 50 mila passeggeri a far valere i propri diritti nei confronti delle compagnie aeree. Si tratta di un numero contenuto rispetto alle potenzialità del mercato. “Ogni anno sono circa il 2% i voli in ritardo. In pratica, ci sono su scala mondiale circa 8 milioni di passeggeri eleggibili per il risarcimento” aggiunge Campisi.

Come capire se si hanno le carte in regola per presentare il reclamo? Oltre alla piattaforma web e a un’applicazione per IOS a Android, che consente al passeggero, inserendo i dati del volo, di verificare la presenza dei pre-requisiti per il ricorso, il gruppo ha di recente messo a punto Email Searcher, un software che cerca nella posta elettronica i voli potenzialmente eleggibili per il ricorso, andandoli a scovare fino a tre anni indietro.

“In Italia ogni anno ci sono circa 1 milione e 300 mila voli, il che significa 146 milioni di passeggeri che acquistano un biglietto. Abbiamo calcolato che il 2 per cento di questi potrebbe fare ricorso e vincerlo, ovvero 2,9 milioni di passeggeri che potrebbero ottenere un risarcimento: stiamo parlando di un mercato da 1,3 milioni di euro ogni anno. Soldi che spesso non vengono reclamati alle compagnie, perché in pochi conoscono questa possibilità”, specifica Campisi, sottolineando che, su scala mondiale, il mercato potenziali è di circa 11 miliardi di euro.

Nel giro di un anno, grazie anche all’assunzione di una decina di legali, il tasso di vincita dei ricorsi di Air Help si aggiro intorno al 90%. Una percentuale così alta da aver reso la start-up sempre più temibile agli occhi dei giganti dell’aviazione. “Sono sempre più numerose le compagnie aeree che ci contattano per trovare un accordo. D’altro canto, conviene a entrambi trovare un’intesa per evitare lungaggini di tipo burocratico”. Le più reticenti a stringere intese? “Le compagnie low cost. Di solito, sono quelle che puntano ad allungare i tempi per evitare il rimborso”.

Nata da poco più di un anno, Air Help ha già ambiziosi programmi di espansione. La società punta a crescere, allargando le partnership con agenzie viaggi online. Le intese attuali, tra cui quella stretta con Tripsta, si fondano sullo scambio reciproco di informazioni per individuare, tra i clienti dei tour operator, quelli potenzialmente interessati ad avviare le pratiche di un rimborso. Ma questo è solo l’inizio. Air Help ha in mente di estendere il giro d’affari al settore delle assicurazioni viaggi. E c’è da scommettere che lo farà in tempi brevi. (MT)