(Teleborsa) – Si prospettano ancora tempi duri per l’agricoltura, che non è stata indenne dalle ripercussioni della crisi nel 2009, ma non vede uno scenario migliore quest’anno. A lanciare l’allarme è la CIA-Confederazione italiana agricoltori, preoccupata per la situazione in cui oggi vivono i nostri agricoltori che non sono più competitivi e lo sviluppo si allontana inesorabilmente. “Nel 2009 oltre 50 mila imprese agricole sono state costrette a chiudere i battenti e per quest’anno altre 100 mila sono a forte rischio di espulsione dal mercato. Solo nel primo trimestre 20 mila hanno già cessato l’attività. E così la crisi dell’agricoltura italiana si fa sempre più grave. Nonostante i primi tiepidi segnali positivi del valore aggiunto e della produzione, i prezzi sui campi, pur in presenza di una frenata registrata a maggio, continuano la loro inarrestabile discesa: in due anni si è avuto un crollo del 15 per cento. I costi produttivi, contributivi e burocratici restano su livelli insostenibili. Nello scorso anno la crescita e’ stata dell’8,5 per cento, mentre i redditi hanno toccato il fondo con una caduta di circa il 21 per cento, la più bassa nell’Unione europea”. La CIA fa dunque appello a immediate e straordinarie misure a sostegno delle aziende in gravissima difficoltà, auspicando che il Governo proroghi la fiscalizzazione degli oneri sociali ed il “bonus gasolio”.