Società

AGGANCIARE
LA RIPRESA

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(WSI) –
Ormai non ci sono più scuse. Nel 2007 l´Italia deve correre davvero, e anche molto forte. Non solo perché c´è bisogno di questo. Bisogna correre perché questo è il momento di farlo. Se l´attuale maggioranza di governo non capisce questo, allora deve cambiare mestiere.

Cerchiamo di spiegarci meglio. Negli ultimi mesi nel mondo sono successe alcune cose importanti. La «grande frenata» dell´economia mondiale non c´è (almeno per il momento). Persino gli Stati Uniti, che dovevano essere in crisi per consenso unanime, in crisi non sono. Qualche mese fa si diceva che nel 2007 sarebbero cresciuti al massimo dell´1,5%. Poi si è detto che sarebbero arrivati al 2%, visto che ancora nel quarto trimestre del 2006 l´economia americana appare molto in tiro e ben solida. Adesso si comincia a scivolare su una previsione un po´ più alta, e cioè su una crescita 2007 del 2,5%. E il Global Economic Prospect della World Bank parla addirittura di una crescita americana nel 2007 che potrebbe arrivare al 3,2%.

Qualcuno sostiene che quelli della World Bank sono sempre un po´ degli originali, ma rimane il fatto che non vedono tutto questo nero. In conclusione, l´America sta correndo (in questo momento sta crescendo vicino al 3%, per la cronaca) e continuerà a correre bene anche nel 2007.

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Ma le novità più grosse (e che ci riguardano molto da vicino) sono quelle europee. Quasi ogni giorno, ormai, arriva un dato dalla Germania (che è un terzo del Prodotto interno lordo europeo) che stupisce tutti perché i tedeschi continuano a correre. E sembra difficile capire la ragione di tutta questa vitalità. Ma la ragione c´è. Negli anni passati (quelli della crisi profonda) la Germania si è profondamente ristrutturata e adesso è molto competitiva sui mercati internazionali.

Anche nel resto dell´Europa si è fatto qualcosa del genere (meno in Italia) e comincia a spuntare qualche economista che fa discorsi interessanti. Si sta affacciando l´idea, cioè che in Europa si sia aperto un trend di lungo periodo di crescita vicina al 3%. Addirittura si dice che l´Europa potrebbe essere la locomotiva trainante dei prossimi anni. E questo perché negli Stati Uniti il recupero di produttività, anno dopo anno, ha ormai il fiato corto, mentre in Europa c´è ancora molto spazio per andare avanti.

Fino a non molto fa la crescita potenziale dell´Europa (quella cioè che si può fare senza generare inflazione) era intorno al 2%, adesso ha cominciato invece a spostarsi verso il 3%. E questo, secondo alcuni, sarebbe il «motore» della ripresa europea di lungo periodo.

In che misura tutto ciò riguarda l´Italia? Intanto c´è un primo punto fondamentale. in Europa c´è la ripresa e molto probabilmente (quasi sicuramente) ci sarà molto a lungo. Di questo bisogna essere consapevoli e bisogna essere preparati. Qui non si tratta di affrontare un decennio di crisi con distribuzione di minestre per i poveri. Qui si tratta di vedere che c´è un gran bella ripresa intorno a noi. Ripresa che va agganciata.
Impresa non facilissima perché arriviamo a questo appuntamento con un paese mezzo sgangherato, con infrastrutture (dagli ospedali alle strade, per non dire delle ferrovie) fatiscenti, e frastornato da polemiche di ogni tipo.

Non a caso gli osservatori internazionali ci assegnano per il 2007 una crescita di appena l´1,5%. Il quadro, però, può essere ribaltato totalmente in presenza di alcune condizioni. La prima è che il governo e la maggioranza si rendano conto che, senza volerlo, sono stati iscritti alle Olimpiadi della ripresa economica. Possono stare in panchina a litigare o possono saltare in pista e correre. Dipende da loro.

Devono essere i primi, però, a mandare il segnale che accettano di entrare in gara. Per un po´, quindi, si spreca meno fiato in polemiche inutili e lo si usa per correre. Capisco che per un paio di capi o capetti della politica può essere dura rinunciare a un paio di apparizioni televisive. Ma, forse, ne vale la pena.

La seconda condizione è molto semplice. Bisogna avere chiaro in testa che protagonista della ripresa non potrà che essere il «Quarto capitalismo» (piccole e medie imprese), che oggi è la componente più vitale e più dinamica della società italiana. Sul Sole24ore di qualche giorno fa il banchiere Giovanni Tamburi (uno dei migliori conoscitori e frequentatori del «Quarto capitalismo») ha scritto una specie di vademecum su quello che bisogna fare per consentire a queste oltre quattro mila aziende di esprimersi al meglio e di far decollare l´Italia. Non si tratta di cose complicate e nemmeno costose. Forse è il caso di provarci.

Poiché la Storia ha una sua ironia ha fatto un regalo al centro-sinistra: l´inizio della Grande Ripresa Europea, una ripresa che potrebbe durare anche dieci anni. Ma è difficile che ne faccia un secondo: e cioè convincere il centro-sinistra che le cose stanno così e spiegandogli che cosa bisogna fare. Per questo il governo e l´attuale maggioranza devono sbrigarsela da soli. Meno chiacchiere e più grinta nel motore.

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