(Teleborsa) – Si prospettano tempi duri per le agenzie di rating, da molti accusate di aver pesantemente contribuito alla recente crisi finanziaria e di aver spaventato eccessivamente i mercati sulla solvibilità di alcuni paesi europei. Insomma, ultimamente sono state le tre sorelle americane (Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch) a fare il brutto e cattivo tempo sulle piazze finanziarie, poiché la loro opinione è considerata un metro di misura universale sui mercati. Proprio per questo si è decisa una stretta a livello continentale, anche se è stata dura farle accettare una vigilanza di tipo pubblicistico. Intanto oggi sbarca in Consiglio dei Ministri (CdM) il decreto sulle agenzie di rating, in attuazione della legge Comunitaria del 2009 approvata dal Parlamento europeo lo scorso anno, che prevede l’introduzione del monitoraggio diretto sulle agenzie di rating da parte delle autorità di vigilanza nazionali e l’obbligo di registrazione per coloro che intendono rilasciare pagelle su operatori del mercato europeo. Il testo si compone di due articoli. Nel primo si attribuisce alla Consob la vigilanza sulle agenzie, con uno scambio diretto di informazioni con le autorità di vigilanza del settore (Bankitalia, Isvap e Covip). Nel secondo articolo vengono estese le sanzioni amministrative in tema di informazione societaria e doveri dei sindaci e delle società di revisione agli analisti e ai dipendenti delle agenzie e ad altri soggetti che partecipano all’emissione dei rating. Per chi non rispetta le condizioni dettate dai regolamenti europei ci sarà una multa fino a 500.000 euro. Chissà se queste regole riusciranno a mettere un freno alle agenzie di rating, e magari a renderle più magnanime con le società e i governi del vecchio continente.