(Teleborsa) – Probabilmente al G20 di Seoul, che inizia domani, ne vedremo delle belle. Che il meeting delle venti potenze economiche mondiali non sarà una “passeggiata” è cosa ormai risaputa: la decisione della Federal Reserve di pompare liquidità per risollevare la zoppicante economia domestica non va proprio giù a molte “big”. Prima fra tutte la Cina, che pure ha fatto del mini-yuan uno dei propri punti di forza. Tanto per rimarcare il proprio non placet, il Dragone è sceso in campo con un’arma inusuale: un’agenzia di rating! Ieri sera la Dagong Global Credit Rating Co. Ltd, unica agenzia di rating completamente nazionalizzata, ha tagliato il rating sul debito statunitense da “AA” ad “A”, ponendo quello sovrano in credit watch negativo. E non ha fatto mistero del motivo, che ovviamente si riferisce alla mossa di quantitative easing dell FED. “Il nuovo round di allentamento monetario ha causato un ovvio trend di deprezzamento del dollaro continuando comunque ad aumentare la crisi del credito statunitense”, ha affermato Dagong, aggiungendo che “tale mossa invade gli interessi dei creditori, puntando il dito sul declino delle intenzioni del Governo USA di rimborsare il debito”. Altro particolare di non poco conto: il downgrade di Dagong arriva giusto un mese dopo che la Securities and Exchange Commission statunitense ha negato all’agenzia la richiesta di valutare ufficialmente i bond a stelle e strisce. All’epoca Dagong aveva definito la mossa della SEC “discriminatoria” promettendo una eventuale contromossa legale. Che la festa cominci!
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