Il Paul A. Brinkley che in un freddo pomeriggio di dicembre si aggira per le strade della cittadella afghana Qala Ikhtyaruddin, sorta 700 anni fa, non e’ un uomo qualunque. In qualita’ di sottosegretario alla Difesa per la Riconversione Industriale, ha il permesso di muoversi liberamente dietro alle barricate, facendo strada a due dirigenti della Silicon Valley in visita, Atul Vashistha e Mike Faith, rispettivamente a capo di Neo Group e Headsets.com.
Il giro turistico alla fortezza segue una mattina di incontri con personalita’ politiche e universitarie, studenti e aziende locali (intervenuti anche il governatore della provincia e il cancelliere dell’universita’), durante i quali i presenti e Brinkley hanno lanciato un accorato appello ai due dirigenti americani perche’ prendano in considerazione una loro proposta ambiziosa, nobile almeno quanto pericolosa; aprire un negozio in Afghanistan.
JP Morgan e IBM sono gia’ presenti nel territorio e Brinkley e’ colui che si occupa di fare da mediatore tra societa’ e sindacati, tra funzionari locali e imprenditori. E la task force al lavoro in Afghanistan e’ la stessa che ha iniziato a riscontrare qualche successo in Iraq. Puntando su un’opera di convincimento delle multinazionali straniere e al contempo promuovendo le imprese locali. Chi meglio di loro ha un’idea delle potenzialita’ che il paese puo’ offrire?