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AFFARI SPERICOLATI TRA STATUTO E ITALEASE

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(WSI) –
Massimo Faenza, padre padrone di Italease e Giuseppe Statuto. Un banchiere e un immobiliarista che hanno fatto molti affari insieme. A volte spericolati e che ora stanno emergendo in tutta la loro evidenza. Il meccanismo era sofisticato ma anche semplice. Generosi finanziamenti a fronte di immobili per uno, laute commissioni su contratti derivati per l´altro. A Statuto, l´immobiliarista diventato famoso per le sue partecipazioni in Bnl, Rcs e Mediobanca, e a società ruotanti intorno alla sua galassia farebbero capo circa 210 milioni di euro di perdite in derivati sugli oltre 700 milioni di rosso cristallizzati da Italease a fine giugno 2007.

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Ben tre dei primi dieci clienti rimasti invischiati nella grana derivati Italease, ora al vaglio della magistratura, sarebbero società riconducibili al gruppo dell´immobiliarista di Caserta. Oltre alla facilmente identificabile Anagnina Property, ci sarebbero la Immobilia Re e la Parco de´ Medici, due società schermate da fiduciarie. Questi tre veicoli immobiliari insieme alla Derilca (altra holding del gruppo Statuto) hanno siglato contratti derivati per 575 milioni di euro con una perdita implicita a fine giugno pari appunto a 210 milioni di euro. E in via di peggioramento.

L´elevato controvalore dei contratti derivati è una spia, secondo alcune ricostruzioni, di un´analoga quantità di finanziamenti elargiti da Italease a società di Statuto nascoste dietro fiduciarie, forse per eludere i limiti di credito fissati da Banca d´Italia. A fronte di dubbie e gonfiate compravendite immobiliari, infatti, Italease e altri istituti bancari hanno fornito nell´estate dei “furbetti” agli affaristi del mattone la liquidità necessaria per le loro scorribande di Borsa. E proprio per ottenere questa liquidità, è probabile che i finanziati abbiano siglato “volentieri” contratti derivati, generosi di commissioni verso la banca ma poi rivelatisi dei veri e propri boomerang. Ecco i due casi più eclatanti. La Immobilia Re, il cui amministratore unico è Guido Arie Petraroli, uomo vicino alla famiglia Statuto in quanto consigliere della Statuto Fondi Immobiliari Sgr, ha siglato nel 2006 ben 44 contratti di leasing immobiliare con la sola Italease. A fine giugno la società presentava una perdita su derivati per 168 milioni di euro, salita ora a 213 milioni.

Tra le operazioni immobiliari di Italease e Immobilia Re vi è la compravendita dell´immobile di Via Italia 1 a Sesto San Giovanni (Milano), la sede della Impregilo, leader italiano delle costruzioni. Il palazzo viene rilevato nel 2003 per 46,3 milioni di euro dalla Viatalia srl, società posseduta al 100% dalla Derilca, una scatola che fa capo alla lussemburghese Statuto Lux Holding. Passano tre anni e la Viatalia rivende lo stabile per 65,8 milioni a Italease la quale attraverso un contratto di leasing lo concede in locazione finanziaria alla Immobilia Re. Nel bilancio della Viatalia arriva una plusvalenza di oltre 20 milioni di euro e quasi contemporaneamente compare un credito di circa 25 milioni verso la Michele Amari srl, un´altra scatola controllata dalla Statuto Lux Holding. Il destino finale di questa plusvalenza non è chiaro, ma è un dato di fatto che i revisori della Deloitte non hanno certificato nel bilancio della Amari una voce («crediti verso la controllante» lussemburghese) per complessivi 256 milioni di euro.

Più “rettilineo”, invece, è il percorso della plusvalenza creata sulla compravendita di due immobili del complesso Parco de´ Medici di Roma. Nel 2003 Telecom Italia decide di dismettere l´omonimo pacchetto immobiliare e Statuto attraverso la Pdm B e la Pdm D – società italiane entrambe controllate dalla Statuto Lux Holding ma ora schermate da un trust – si aggiudica per circa 100 milioni di euro due palazzi di valore, garantiti da un affitto della stessa Telecom con una durata residua, all´epoca, di 14-15 anni. Nel 2005 le due Pdm decidono di vendere a Banca Italease gli stessi immobili al doppio del valore, che poi finiscono in locazione finanziaria alla Parco de Medici srl. Nel bilancio della Pdm B arriva una plusvalenza di 49 milioni di euro che prendono la via del Lussemburgo attraverso un credito di 46,2 milioni verso la Statuto Lux Holding. Stessa storia per la Pdm D con una plusvalenza di 51 milioni e un credito verso la controllante per 47,5 milioni. Le analogie con la Viatalia sono evidenti, ma il trattamento della plusvalenza è più raffinato. Qui, per evitare tasse e oneri, spunta una voce uguale e contraria: «costi per garanzie di redditività prestate in occasione della cessione dell´immobile».

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