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Acquistare un’isola? Più un pericolo che un paradiso

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NEW YORK (WSI) – Dopo aver speso 11 milioni di dollari nel 2012 per comprarsi l’isola australiana Lindeman, il miliardario William Han, come riporta Bloomberg, ha deciso di mettere nuovamente le mani nel portafoglio, spendendo altri 200 milioni di dollari per costruirci un resort di lusso di 8 km quadrati.

Niente di nuovo insomma. Si tratta certamente di spese non da tutti i giorni, ma che qualcuno può permettersi: “la prima volta che ho visto la barriera corallina di quest’isola”, ha dichiarato, “mi ha tolto il respiro. Mi ci sono voluti solamente 10 minuti per decidermi e comprarla”.

Ma se la bellezza è senza dubbio un buon motivo per fare un acquisto del genere, soprattutto per chi se lo può permettere, il problema con queste isole è un altro. Nel caso di Linderman infatti si tratta infatti di un posto con una storia alle spalle pericolosa. La sua barriera corallina risulta essere così insidiosa da creare problemi e lo era già nel 1770 per l’esploratore britannico James Cook, quando la sua HMS Endeavour si arenò vicino ad un posto chiamato Cape Tribulation.

Negli ultimi tre quattro anni infatti isole simili sono state vendute a prezzi molto più bassi rispetto alle loro precedenti valutazioni e molti agenti immobiliari pensano che questo mercato stia toccando il fondo: “In passato il mercato è stato artificiosamente gonfiato da agenti immobiliari avidi e acquirenti eccessivamente romantici”, ha dichiarato Farhad Vladi, fondatore di Vladi Private che appunto vende isole private, “solo ora, che ci sono delle vendite forzate, si nota il vero valore. Penso che i prezzi continueranno a scendere”.
“L’ottanta per cento degli acquirenti provengono da Stati Uniti, Canada ed Europa. Per loro venire fino qui e comprare un’isola -in Australia- è come se si trattasse di una sfida, nonostante la folle distanza”.

Senza poi contare di uno dei più grandi problemi con queste isole ovvero l’abbandono. Capita spesso infatti che il rischio di comprare isole del genere è che, a causa della distanza vengano abbandonate e lasciate incolte e con l’aggiungerci del tempo, che spesso porta tifoni e uragani, gli fa scendere ancora di più il loro valore.