
MILANO (WSI) – Alta la tensione tra l’Unione europea e la Svizzera dopo che la Commissione europea ha deciso di riconoscere l’equivalenza della Borsa elvetica per ora solo sino alla fine del 2018.
Il limite di un anno è dovuto a progressi non sufficientemente sostanziali nell’accordo quadro, ha confermato il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis. L’accordo quadro di riferimento è quello istituzionale tra Berna e Bruxelles stabilito per aggiornare oltre 120 accordi bilaterali tra le parti che toccano vari temi tra cui i principali riguardano questioni come la cooperazione di polizia, giudiziaria e fiscale, l’agricoltura e la libera circolazione. Se non avanzano i negoziati per tale accordo, l’equivalenza della borsa svizzera sarà ferma.
“Valuteremo i progressi in materia entro la fine del prossimo anno (…) gli operatori svizzeri continueranno a beneficiare dell’accesso al mercato UE e le imprese di investimento dell’ UE potranno continuare a beneficiare dell’accesso al mercato UE e le imprese di investimento dell’ UE potranno continuare a negoziare quote in Svizzera”.
Così Dombrovskis, mentre il presidente svizzero Doris Leuthard punta il dito contro l’Ue:
E’ infondato e inaccettabile collegare questo problema tecnico alla questione istituzionale (…) La Svizzera soddisfa le condizioni per il riconoscimento dell’ equivalenza di mercato (…) la decisione dell’ UE è stata una discriminazione.
Giovedì scorso il governo svizzero ha dichiarato anche di voler prendere in considerazione misure di ritorsione nei confronti della decisione dell’ UE, tra cui la sospensione di un miliardo di euro di aiuti ai paesi dell’ Europa orientale, recentemente approvata dopo anni di ritardo. Le relazioni UE-Svizzera in verità sono tese da quando gli elettori svizzeri hanno votato in un referendum del 2014 a favore dell’ introduzione delle quote di immigrazione nella costituzione del Paese. In risposta, la Commissione ha sospeso la partecipazione della Svizzera ai programmi UE di ricerca e studenti, Orizzonte 2020 ed Erasmus+.
Ci sono voluti più di due anni, fino al dicembre 2016, per concordare un nuovo regime di libera circolazione tra l’UE e la Svizzera e ora nuovamente tutto potrebbe essere rimesso in discussione.