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ABRUZZO, FINI ATTACCA BERLUSCONI

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(WSI) – Dopo le dure parole di Napolitano («Bilancio del sisma aggravato dallo sprezzo delle regole») e le dichiarazioni di Berlusconi da L’Aquila («Ben vengano le inchieste, ma non perdiamo tempo»), Gianfranco Fini torna sulle responsabilità della strage causata dal terremoto in Abruzzo e definisce «giusto il sentimento che si accertino eventuali responsabilità» dei danni provocati dal sisma. «La vicenda abruzzese – spiega il presidente della Camera intervenendo alla festa nazionale dei piccoli comuni – deve massimamente indurre gli amministratori, chi governa e i parlamentari a non transigere nella prevenzione e nel rispetto delle regole. Se ciò non avviene, le conseguenze le vediamo tutti. Sono angoscianti e provocano il giusto sentimento di chiedere l’accertamento di eventuali responsabilità».

APPLICARE LE REGOLE – «Ognuno ha la responsabilità di rispettare e di fare davvero rispettare le regole che il Parlamento dà alla comunità nazionale, magari dopo un grande dibattito e un aspro confronto – ha aggiunto Fini -. Le vicende come quella dell’Abruzzo, anche se tragiche, devono insegnare qualcosa. Le regole date dal Parlamento perché le costruzioni vengano realizzate nel rispetto dell’ambiente ma soprattutto in modo da limitare riducendolo quasi allo zero i rischi presenti in un paese con un assetto idrogeologico come l’Italia vanno applicate».

«PASSERELLE IN ABRUZZO, NON È SERIO» – Intanto, non si placa la polemica sulle visite in Abruzzo del presidente del Consiglio. Ad attaccare è Pier Ferdinando Casini: «Subito dopo il terremoto, il premier aveva invitato i politici a non recarsi nelle zone colpite per non intralciare i soccorsi ma da allora abbiamo assistito solo a passerelle – è l’affondo del leader dell’Udc – e questo non credo sia serio». «Noi abbiamo rispettato – ha aggiunto Casini, in occasione dell’apertura, al Palazzo dei Congressi all’Eur, della campagna elettorale per le europee – la richiesta del presidente del Consiglio, e questa è una prova che nonostante non concediamo sconti quando non si fanno gli interessi degli italiani, non contrastiamo ideologicamente il governo. Ora chi ha di più deve contribuire alla solidarietà per l’Abruzzo in modo che la nostra società si basi sul principio della sussidiarietà».

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