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ABN AMRO: LA FED TAGLIERA’ I TASSI DELLO 0,25%

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A poche ore dal meeting in cui la Federal Reserve, la banca centrale americana, prendera’ una decisione sui tassi d’interesse, Wall Street Italia ha intervistato Steve Ricchiuto, capo economista di ABN Amro e secondo il mensile Barron’s il piu’ attendibile per quanto riguarda le previsioni sulla disoccupazione USA (*).

Un parere molto interessante, dunque, quello di Ricchiuto, visti i dati sul mercato del lavoro in novembre, arrivati come un fulmine a ciel sereno sulle speranze di una ripresa economica dietro l’angolo. Molti analisti, infatti, avevano dichiarato che il peggio, per l’economia, era gia’ stato superato, che la recessione aveva gia’ toccato il fondo e che la situazione non potesse ormai che navigare in acque migliori.

Una previsione che sembra fare a pugni con questi dati: il numero dei posti di lavoro e’ sceso a novembre per il quarto mese consecutivo, che sommato a quello di ottobre, rappresenta il calo bimensile piu’ ampio dal 1980. Il tasso di disoccupazione e’ salito al 5,7%, il livello piu’ alto dall’estate 1995.

Con numeri cosi’ brutti, sembra adesso quasi scontato un taglio ai tassi nell’incontro di martedi’ 11 dicembre. Non solo, molti economisti, ritengono addirittura che la Fed ridurra’ nuovamente i tassi in occasione dell’incontro di fine gennaio 2002.

D: Nel meeting dell’11 dicembre, la Federal Reserve cosa fara’ e perche’?

R: Tagliera’ senz’altro i tassi d’interesse di 25 punti base, portandoli all’1,75%. E’ quanto si aspetta il mercato e quanto dovrebbe essere sufficiente per aiutare l’economia americana, insieme al taglio precedente e al prossimo pacchetto fiscale del governo.

D: Non pensa allora, come altri economisti, che la banca centrale abbassera’ ancora i tassi a gennaio, visto anche il pesante dato sulla disoccupazione?

R: No. Penso che quello di domani sara’ il taglio che concludera’ il ciclo. I dati sulla disoccupazione sono negativi, ma non del tutto inaspettati. Le societa’ americane hanno cosi’ tanti debiti che hanno veramente poche alternative oltre a quella di licenziare dipendenti, soprattutto da quando, a marzo, siamo entrati in recessione. Credo infatti che la disoccupazione continuera’ a crescere e arrivera’ a toccare il 6,5% a settembre 2002. Ma raggiungera’ difficilmente i livelli toccati durante la recessione del 1991-93, quanto il tasso era salito fino al 7,8%.

D: Perche’?

R: Perche’ le banche oggi, nella recessione attuale, diversamente da quella precedente, sono molto piu’ forti. Basti pensare che nel dicembre 1993 il Fdic, Federal Deposit Insurance Corp.(**) riteneva che ben 572 banche commerciali e casse di risparmio navigassero in cattive acque. Oggi il numero si attesta intorno a 100.

D: Quindi crede che questa recessione sia diversa da quella dei primi anni novanta e che il Paese stia vivendo una fase recessiva atipica, come hanno affermato alcuni economisti?

R: Non penso che sia una recessione molto diversa da quella degli anni novanta. Fondamentalmente e’ dello stesso tipo, penso solo che sia meno profonda e meno lunga.

D: Alcuni, anche all’interno della banca centrale USA, come il presidente della Fed di Chicago Michael Moskov, hanno ammesso che la ripresa sara’ molto graduale, mentre altri, come Stephen Roach, capo economista di Morgan Stanley, hanno tracciato addirittura uno scenario apocalittico. Non concorda quindi con tali previsioni?

R: No, la ripresa a mio giudizio arrivera’ all’inizio del secondo trimestre 2002. Siamo quasi nel bel mezzo di un processo a V: un forte calo seguito da un’altrettanto forte ripresa.

D: E’ quindi ottimista?

R: Non si tratta di essere ottimisti, si tratta piuttosto di non essere pessimisti.

D: E a proposito di ottimisti e pessimisti. Crede che la decisione della Federal Reserve sara’ presa all’unanimita’ o che ci sara’ uno scontro tra falchi e colombe? Un solo esempio: William Poole, presidente della Federal Reserve di St. Louis, noto per essere restio a effettuare tagli ai tassi, ha recentemente dichiarato che l’economia sta mostrando i primi segni di ripresa. Invece, Robert Parry, presidente della Fed di San Francisco, ha dichiarato che non vede ancora segnali di ripresa a breve termine e che il mercato del lavoro continuera’ a intaccare la fiducia dei consumatori. Pensa che voteranno in maniera diversa?

R: Dubito che questo accada. E non credo a tutte queste differenze in questo momento. Penso che la necessita’ di rispondere agli eventi dell’11 settembre abbia eliminato molti conflitti interni. Le differenze tradizionali tra rialzisti e ribassisti all’interno della Fed, non sono valide in questa fase difficile e sembra abbastanza chiaro quello che si deve fare. Tutti sono concentrati nello sforzo comune di aiutare il Paese a uscire al piu’ presto della recessione. Credo che tutti i membri della Fed, come del FOMC, riconoscano la gravita’ della situazione e i rischi di una mancanza di solidita’ e compattezza in questo momento delicato.

D: Che peso ha la guerra in tutte queste previsioni? In Afghanistan sembra che si sia arrivati a un a svolta importante, ma sia il governo che il Pentagono hanno dichiarato che siamo ancora all’inizio. Non pensa che un conflitto prolungato potrebbe invalidare tutte le previsioni fatte fin qui?

R: Come ho gia’ detto altrove non posso fare previsioni su ‘Armageddon’ (ndr su fatti imprevedibili).

(*) Classifica Barron’s economisti piu’ attendibili

POSIZIONE

ECONOMISTI

SOCIETA’

ACCURATEZZA
NELLA PREVISIONE (ACCURACY RATING)

1

STEVE
RICCHIUTO

ABN
AMRO

93,1

2

BRIAN
FABBRI

BNP
PARIBAS

92,7

3

ANTHONY CHAN

BANC ONE INVESTMENT

92,6

3

MAURY HARRYS

UBS WARBURG

92,6

3

IAN MORRIS

HSBC SECURITIES

92,6

(**) Federal Deposit Insurance Corp : autorità federale USA, in grado di garantire, entro certi limiti, i depositi bancari nei confronti dei depositanti in caso di difficoltà di tipo gestionale delle istituzioni bancarie e finanziarie. Tra le altre attività questo ente ha la possibilità di acquistare immobili da banche in condizioni critiche, o anche operare perché tali istituti vengano assorbiti da altre banche.