(Teleborsa) – Gli immigrati che trasferiscono somme all’estero preferiscono utilizzare le banche per importi sopra il migliaio di euro rispetto agli altri canali, per i quali transitano rimesse di entità assai più ridotta ma con frequenze assai maggiori. L’ammontare medio di ogni transazione (1.543 euro) è quasi sette volte superiore al dato rilevato a livello internazionale (circa 223 euro, pari a 300 dollari). È quanto emerge dal Rapporto Abi-Cespi 2010, la periodica indagine sull’offerta di servizi e prodotti bancari per la clientela immigrata riferita al 2009 ed effettuata su un campione di istituti italiani aderenti all’Abi. Si conferma dunque un’indicazione già emersa nel corso delle precedenti indagini Abi-Cespi: i migranti ricorrono alla banca italiana per trasferimenti di ammontare elevato, generalmente oltre mille euro, rispondendo a esigenze e funzionalità diverse dalla rimessa cosiddetta tradizionale, inviata periodicamente ai familiari tramite altri canali. I paesi verso cui gli istituti canalizzano i maggiori flussi di rimesse dall’Italia sono Marocco e Romania, seguiti da Moldova, Brasile e Albania. Dalle rimesse ai conti correnti: negli ultimi due anni l’indagine Abi-Cespi ha rilevato, pur in un contesto di crisi, un ulteriore aumento dei conti correnti intestati agli immigrati, passati da 1,404 milioni a 1,514 (+7,9%). E mentre crescono i conti correnti (+7,9% rispetto alla fine del 2007), il Rapporto Abi-Cespi 2010 fotografa un universo di piccoli imprenditori dinamici, sempre più bancarizzati (+62% di conti) e “fedeli” alla propria banca più dei clienti stranieri retail. E i prestiti (34% del totale) prevalgono sul credito immobiliare (28%). A fine 2009 il 47% dei piccoli imprenditori immigrati titolari di un conto corrente aveva un finanziamento in corso, con una distribuzione equilibrata fra scadenze a breve (48% del totale) e a medio-lungo termine (52%). Restringendo l’ambito d’indagine a un panel di dati perfettamente omogeneo emergono peraltro ulteriori trend in tema di imprenditorialità straniera. Tra 2007 e 2009 nel segmento “small business” si è manifestato un fortissimo aumento dei conti correnti (+62%) a fronte di una sostanziale stabilità della quota di piccoli imprenditori immigrati bancarizzati sul totale dei clienti immigrati (4,5% nel 2007 e 4,1% nel 2009). Il dato sembra costituire un indizio circa un possibile effetto della crisi finanziaria sulla popolazione migrante che ha combattuto la precarietà e la disoccupazione, rischiando in proprio con l’avvio di piccole attività imprenditoriali.
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