Economia

ABI: Bancaria, Tancredi Bianchi esalta la prudenza degli istituti

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(Teleborsa) – Mentre l’industria finanziaria continua a interrogarsi sul futuro del contesto normativo di riferimento, il settore bancario è parallelamente chiamato a ripensare il suo ruolo, tanto alla luce del comportamento tenuto negli ultimi anni quanto in vista di una ridefinizione delle strategie future. Per l’ex presidente dell’Abi Tancredi Bianchi, che si racconta in una lunga intervista pubblicata sul prossimo numero del mensile dell’Abi “Bancaria”, dalla crisi si uscirà solo se finanza ed economia sapranno impegnarsi assieme. E se le banche sono chiamate a fare la loro parte senza tirarsi indietro, allo stesso tempo Tancredi Bianchi chiede agli imprenditori di abbandonare il modello del capitalismo familiare. Quando al recente passato, il suo giudizio sugli istituti italiani è sostanzialmente positivo: “Anche se può venire imputato qualche erroretto, va loro però riconosciuto che si sono tenute alla larga da situazioni ben più complesse. Si può dire che sono rimaste un po’ troppo italiane, ma questo ha consentito di ‘digerire’ più facilmente in casa”. Sulla prossima uscita di Bancaria, che sarà diffuso in occasione del Comitato esecutivo Abi del 17 febbraio, si dibatte anche di rating, fondi immobiliari, sistemi gestionali e project financing, ma la crisi economica e finanziaria globale resta il tema centrale: non solo è richiamata con forza nell’intervista a Tancredi Bianchi, ma diviene anche sfondo di altri due interventi focalizzati sui meccanismi di regolamentazione e sul ruolo dell’etica. Elisabetta Gualandri e Simonetta Cotterli approfondiscono il tema della vigilanza per i gruppi cross-border nella Ue e concludono che la supervisione non va demandata alle autorità nazionali, ma richiede un livello superiore di controllo. Offre più di uno spunto anche la riflessione di Stefano Gatti e Claudio Scardovi sul ruolo dell’etica nella recente crisi globale. Citando frequentemente l’enciclica Caritas in Veritate, i due bocconiani sottolineano come la definizione dei nuovi principi per strutturare mercati e codici di comportamento degli intermediari dovrà tenere in gran considerazione il “ruolo imprescindibile dell’etica”. Infine, si inserisce nel più ampio dibattito sulle conseguenze della Mifid l’approfondimento sulla remunerazione della consulenza in materia di investimento, una delle novità introdotte dalla direttiva. Attraverso una verifica empirica condotta sul mercato italiano, lo studio mette in luce le logiche di formazione e i modelli di pricing della consulenza, evidenziando così le principali differenze rispetto alla prassi vigenti in Usa, Regno Unito e Australia.