Società

A Wall Street si vende

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Come da attese, la prima seduta del nuovo mese a Wall Street e’ all’insegna delle vendite. Pesa soprattutto il calo delle settore energetico. Sell-off sui listini azionari, materie prime ancora in calo (ma fa eccezione l’oro), nuovi minimi da 4 anni per l’euro e rialzo dei prezzi dei Titoli di stato. Cosi’ si inquadra la giornata di borsa odierna dopo la delusione arrivata dai dati macro riguardanti il settore manifatturiero cinese. Il peggioramento dell’umore tra gli operatori in generale, confermato da nuovi dubbi sulla ripresa economica globale, e’ dimostrato dall’andamento dell’indice MSCI World, che registra la maggior flessione dal febbraio 2009.

Il Dow apre in calo di 81.92 punti a 10054.71, l’S&P 500 perde 10.21 punti a 1079.2 mentre il Nasdaq retrocede di 14.77 punti a 2242.27.

Il nuovo mese, almeno per il momento, non inizia nel migliore dei modi dopo un maggio che ha visto l’S&P 500 perdere l’8.2% mettendo a segno il peggior mese dal febbraio 2009 mentre il Dow ha registrato la peggior performance dal 1940.

I derivati americani inseguono le pesanti vendite che stanno colpendo le piazze europee. A pesare non e’ soltanto l’ormai consueto timore sul debito dell’Eurozona. L’elemento di novita’ oggi e’ arrivato dalla Cina, dove l’indice Pmi relativo al settore manifatturiero ha registrato a maggio una contrazione maggiore rispetto alle previsioni. Una situazione che sui mercati innesca nuove preoccupazioni sull’effettiva ripresa dell’economia globale.

Gli interrogativi sono molti: esiste davvero il rischio di una bolla? E cosa faranno le autorità di Pechino per scongiurare la minaccia di un’inflazione? Si avrà un rallentamento della congiuntura cinese, al momento uno dei pochi fattori di traino della crescita mondiale? E quale sarà in questo caso l’effetto sulla economia mondiale?

Queste e altre domande si affastellano nelle menti degli operatori. E a essere preoccupato è anche il docente della New York University Nouriel Roubini; riferendosi al caso Cina, ma non solo – l’alert riguarda infatti i paesi emergenti Bric – Roubini ha infatti avvertito sui rischi di un surriscaldamento dell’economia anche in Brasile ed India.

A farne le spese e’ ancora una volta l’euro, che ha aggiornato i minimi di quattro anni contro il dollaro portandosi sotto $1.22. Sul fronte macro, negli Stati Uniti sono attesi due dati, entrambi alle 16:00 ora italiana: le spese per le costruzioni di aprile e l’indice Ism manifatturiero di maggio.

Tra i titoli in movimento, attenzione al crollo del 14% di BP dopo l’ennesimo tentativo fallito di fermare la marea nera che dallo scorso 20 aprile si riversa nel Golfo del Messico. Si tratta della maggior flessione dal 1992.

Hewlett Packard (-0.4%) ha annunciato l’avvio di un programma di automatizzazione delle sue banche dati rivolte alle aziende del costo di circa $1 miliardo. Il piano prevede un taglio della forza lavoro di circa 3000 unita’ nel corso degli anni. Come risultato, Hp prevede risparmi lordi annuali pari a $1 miliardo

Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio viaggiano in calo. I futures con consegna giugno segnano una flessione di $0.54 attestandosi a quota $73.43 al barile (-0.73%). Sul valutario la moneta unica viaggia a $1.2202 (-0.85%). L’oro sale di $11.70 (+0.96%) in area $1226.70. Quanto ai Treasury, il rendimento sul benchmark decennale si trova al 3.2460% dal 3.3010% di venerdi’, con il prezzo in ulteriore crescita.