Società

A Wall Street chiusura senza sprint BP chiede scusa per la marea nera

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La terza seduta della settimana a Wall Street si chiude all’insegna dell’incertezza con gli indici che hanno piu’ volte cambiato direzione. Tra gli operatori sembrava esser tornato il sereno con l’annuncio da parte del colosso petrolifero BP di finanziare un fondo da $20 miliardi per gli indennizzi alle vittime della marea nera. Poi pero’ l’entusiamo si e’ spento nonostante a un’ora dalla chiusura il titolo della compagnia petrolifera abbia iniziato a correre con l’annuncio della sospensione dei dividendi per il 2010.

Il Dow termina la seduta in rialzo dello 0.04% a 10409 (+5 punti), il Nasdaq chiude invariato a 2306 mentre l’S&P 500 segna un -0.06% a 1115 (-1 punti).

A livello settoriale si distingue il settore difensivo delle utility (+0.5%). Il piu’ pesante e’ quello dei consumi discrezaionali (-0.7%), senza particolari spunti i tecnologici (+0.22%) nonostante la buona performance di Apple (+2.8%), piatti i finanziari (+0.12%).

L’attenzione degli operatori si e’ concentrata ancora una volta sul responsabile del piu’ grande disastro petrolifero nella storia degli Usa. Bp (+1.43%), proprio per finanziare il fondo su cui ha spinto il presidente Barack Obama (incontrato oggi alla Casa Bianca dai vertici della societa’), ha anche annunciato un forte taglio degli investimenti e vendite di asset per $10 miliardi. Ha inoltre chiesto scusa al popolo americano “per un disastro che non avrebbe mai dovuto succedere”.

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Nella prima parte della giornata, invece, i fari erano rivolti alla trimestrale di FedEx (-5.95%, tra i peggiori titoli dell’S&P 500). Il corriere espresso, per la sua importanza e tipo di attivita’ considerata cartina di tornasole dell’economia, e’ tornato in utile nel trimestre, ma ha emesso una guidance deludente.

A livello societario, si segnala il record di pre-ordini registrato ieri da Apple per l’iPhone 4. Oltre 600 mila richieste sono arrivate soltanto ieri mettendo a segno un record per la societa’ guidata da Steve Jobs. L’operatore telefonico AT&T si e’ trovato costretto a sospendere la ricezione degli stessi pre-ordini.

Crollo di quasi il 40% per Fannie Mae e Freddie Mac dopo aver annunciato il loro delisting su richiesta della Federal Housing Finance Agency.

Sul fronte macro, gli investitori hanno ricevuto una serie di segnali importanti. L’indice dei prezzi alla produzione e’ calato dello 0.3% mese su mese, un dato che si confronta con le previsioni per un ribasso dello 0.5%. Esclusa la componente alimentare i prezzi sono risultati pero’ in rialzo dello 0.2% a fronte di stime per un incremento dello 0.1%.

Ma sono sopratutto le notizie giunte in ambito immobiliare a lasciare con l’amaro in bocca gli operatori. I nuovi cantieri edili sono scivolati del 10% su base mensile a un tasso annualizzato di 593 mila unita’, che e’ ben al di sotto delle 655 mila previste. Anche le licenze di costruzione sono risultate inferiori alle attese.

La domanda di mutui e’ salita ai massimi di cinque mesi la scorsa settimana, con il rifinanziamento prestiti che ha raggiunto il livello piu’ alto da maggio 2009. Alle 15:15 italiane sono poi stati pubblicati i numeri relativi alla produzione industriale, salita piu’ del previsto in maggio.

I timori sul debito sovrano sono tornati a farsi vivi anche oggi, con i bond spagnoli scivolati sulla scia delle speculazioni stampa secondo cui la Bce starebbe preparando un pacchetto di aiuti per Madrid. Pronta e’ arrivata la smentita dell’Unione Europa.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio sono avanzate. I futures con consegna luglio hanno guadagnato $0.64 attestandosi a $77.58 al barile. Sul valutario la moneta unica quota $1.2301 (-0.21%). L’oro ha chiuso in rialzo di $1 a 1232. Quanto ai Treasury, il rendimento sul benchmark decennale si e’ attestato al 3.2820%, in calo di 0.28 punti base.