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A Parma arriva lo “scec”, la moneta locale

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Parma – Non è una moneta alternativa, né una valuta locale, come qualcuno l’ha voluta definire, ma poco ci manca. Si chiama «scec» e Parma potrebbe essere la prima città italiana ad adottarla su larga scala, facendone in sostanza uno strumento di pagamento spendibile a livello locale in tutti i negozi aderenti. Visto che non lo si può chiamare denaro, è stato definito un «buono locale», da usare in effetti come un buono sconto, con la differenza però che può essere riutilizzato infinite volte. La cosa sta attirando l’attenzione anche dei media nazionali.

Certo, ieri il quotidiano economico «Italia oggi» ha un po’ esagerato quando ha scritto che lo scec è già stato introdotto ufficialmente nella nostra città, ma quel che è certo è che questo progetto era nel programma elettorale del Movimento 5 stelle e che l’attuale amministrazione grillina ha tutte le intenzioni di realizzarlo. Sempre che riscuota le adesioni sufficienti perché possa partire.

Lunedì scorso, in un incontro del Movimento 5 stelle, ne hanno parlato l’assessore al Commercio Cristiano Casa, quello alle Politiche sociali Laura Rossi, alcuni consiglieri comunali di maggioranza, attivisti del movimento e anche un esponente dell’associazione «Arcipelago Scec», la realtà di volontariato che promuove questa iniziativa a livello nazionale.

«È stata una prima occasione per cominciare a confrontarci su questo tema e capire che apprezzamento può avere», spiega Casa. Seguiranno altri incontri, a partire – dice l’assessore – dalle associazioni di categoria dei commercianti, per presentare loro una proposta e avere la loro opinione. «Ovviamente intendiamo anche condividere questa cosa con i cittadini, ai quali illustreremo l’iniziativa», aggiunge. «Noi pensiamo – spiega ancora Casa – che possa essere un valido strumento per rivitalizzare il piccolo commercio, specie quello dei negozi di vicinato, in particolare in centro storico». In che modo? «Dando maggiore capacità di spesa ai consumatori e, dall’altra parte, offrendo una maggior opportunità di guadagno per i commercianti».

Ovviamente siamo solo nella fase iniziale, tutto è ancora da definire: «Ci vorrà tempo – chiarisce l’assessore – ma noi non ci diamo scadenze. Di sicuro occorrerà che ci sia un numero adeguato di adesioni da parte di commercianti e artigiani, altrimenti il progetto non può decollare». Anche se i dettagli ancora mancano, una cosa è certa: se lo scec andrà in porto, sarà valido su tutto il territorio comunale e non solo in centro storico.

Ma altrettanto chiaro – tiene a precisare Casa – è che non si può parlare di moneta alternativa: «Il concetto corretto è quello di sconto incondizionato».

In questa iniziativa il Comune, comunque, intende limitarsi a promuovere un progetto, a lanciare un’idea, a evidenziarne le ricadute positive per il territorio.

«Ci sono già alcune altre città in Italia in cui si sta pensando di fare questa esperienza – ricorda l’assessore – e noi vogliamo che anche a Parma lo scec possa diventare una realtà. Pensiamo che questa cosa sia interessante, ma prima di dare giudizi definitivi occorrerà allargare il confronto».

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