Società

A Davos i miliardari hanno il coraggio di parlare di disuguaglianze

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New York – Fanno parte del ristretto club dei 70 Paperoni del pianeta, che approderanno questa settimana al Word Economic Forum. E arrivano a Davos con le idee chiare: vogliono discutere di disuguaglianze sociali.

Che li sia di credito o meno, queste sono almeno a parole le intenzioni dell’ucraino Victor Pinchuk. Le stesse condivise dall’irlandese Denis O’ Brien e dall’indiano Vikas Oberoi. Il problema è posto dal fatto che rappresentano lo 0,01% della popolazione, tanto per citare uno degli slogan del movimento Occupy Wall Street.

“Quale migliore occasione per parlare di ingiustizie se non di fronte a una platea composta da coloro che sono considerati i principali responsabili delle disparità economiche mondiali”, ha detto Oberoi, 42 anni, presidente di Oberoi Realty, secondo più grande operatore immobiliare indiano, che approderà quest’anno per la prima volta a Davos.

“Spero che Davos non sia solo feste e glamour”, champagne e cibo buono. Riusciranno i tre miliardari a far sentire la loro voce? Difficile dirlo. Di sicuro il tema degli squilibri nella ricchezza mondiale non è all’ordine del giorno dell’appuntamento nelle alpi svizzere, che si ripete con cadenza annuale.

Mentre il rapporto Global Risks 2012, pubblicato questo mese, indica le “disparità di reddito” uno dei pericoli più gravi nei prossimi 10 anni, la parola “disuguaglianza” parola compare una sola volta nelle 130 pagine di programma. E questo non lascia sperare nulla di buono.