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A 20 ANNI DAL CRASH: PUO’ SUCCEDERE ANCORA?

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Oggi e’ il ventesimo anniversario del crash del mercato azionario americano. In poche ore quel lunedi’ 19 ottobre 1987 il Dow Jones Industrials registro’ il piu’ pesante crollo giornaliero del dopo-guerra, lasciando sul terreno 508 punti (-22%). Il crash fu causato da un insieme di fattori: dai timori inflazionistici, al rialzo dei prezzi petroliferi fino alle tensioni in Medio Oriente, segnali presenti anche nell’attuale contesto economico.

Alla luce di cio’, potrebbe oggi verificarsi nuovamente un fenomeno di tali dimensioni? Possono gli investitori mondiali perdere qualsiasi interesse per l’azionario mandando Wall Street a picco? Puo’ un evento catastrofico in Medio Oriente innescare una paura tale tra gli operatori da abbandonare di corsa il mercato azionario? Si puo’ assistere ad un crollo dei mercati orientali e, di riflesso, di quelli europei ed americani? La risposta e’ sicuramente affermativa. Incertezza e timore sono due elementi ben presenti sui mercati anche oggi; e potrebbero offuscare avidita’ e ottimismo in qualsiasi momento.

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Come hanno mostrato la crisi dei mutui e le turbolenze nel comparto finanziario lo scorso agosto, le banche centrali e gli organi di vigilanza non hanno molto piu’ controllo sui mercati di quanto ne avessero nel 1987. E la lista delle similitudini tra oggi e vent’anni fa e’ piuttosto lunga. Questa comprende: un nuovo presidente al vertice della Federal Reserve, un presidente degli Stati Uniti repubblicano vicino alla scadenza del secondo mandato, un mercato azionario solido, il dollaro debole, il forte incremento dei prezzi energetici, il serio indebolimento del comparto immobiliare, i problemi nell’industria del credito (allora con le casse di risparmio oggi con i subprime).

Ottobre ha la reputazione di mese “piu’ brutto e spaventoso” dell’anno per gli investitori e non solo perche’ coincide con Halloween. I maggiori crolli (1929 e 1987) e le crisi borsistiche minori (1989, 2000 e 2002) si sono sempre verificate in questo mese; non dovrebbe stupire quindi lo stato d’animo piuttosto nervoso degli operatori in borsa.

Quattro anni di mercato “toro” non indicano necessariamente una significativa correzione, ma non possono neanche garantire un’estensione indefinita della tendenza rialzista. Il problema resta il rischio che l’investitore e’ pronto ad accollarsi. La tecnica migliore continua ad essere quella di seguire saggiamente l’andamento della borsa con strategie pronte e mirate (stop loss, selezione titoli, target ragionevoli, ecc.): si guadagna sempre in modo selettivo (come sanno i nostri abbonati a INSIDER ) ma tutte le grosse perdite iniziano da piccole perdite, quindi prudenza! E non smettete mai di analizzare, selezionare, scegliere in modo razionale e non emotivo. Le opportunita’ a Wall Street sono sempre moltissime. Basti ricordare che nel 1987, prima
del crollo del 19 ottobre, il rapporto
fra prezzo e utili del
Dow Jones era pari a 20
e il rendimento del Treasury
decennale del 9,6
per cento. Oggi il p/e è
pari a 18 e il decennale
rende appena il 4,5 per
cento.