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6 STRATEGIE SU QUANDO VENDERE UN TITOLO

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Il momento migliore per vendere, in realta’, si presenta quando si verificano un insieme di fattori che cambiano da investitore a investitore, come gli obiettivi prefissi, il livello di tolleranza al rischio e l’orizzonte temporale.

Il miliardario Warren Buffett e’ famoso per aver detto che il miglior momento per vendere un’azione e’ “mai”.

Ma secondo uno studio di Bain & Co., azienda di consulenza finanziaria di Boston, le azioni quotate sul Nyse in media verrebbero tenute in portafoglio dagli investitori per meno di un anno, contro gli otto anni del 1960.

Qui riportiamo sei strategie delineate dai consulenti intervistati dal Wall Street Journal che potrebbero dare un’idea su quando vendere un titolo.

I. Guardare al quadro generale

Innanzitutto bisogna capire qual e’ la ragione che ha spinto un investitore ad acquistare un determinato titolo. Ad esempio Derick Perry, un insegnante di scuola superiore, ha acquistato il titolo Ford (F – Nyse) perche’ e’ un’azione che da decenni ha sempre pagato il dividendo. In questo caso un eventuale prezzo fiacco nel breve periodo non e’ una buona ragione per vendere, perche’ il titolo sarebbe ancora in grado di soddisfare gli obiettivi di lungo periodo di MR Perry.

II. Dimenticare il pareggio

Un investitore spesso rifiuta di vendere un’azione il cui prezzo e’ sceso in modo consistente, sostenendo che essendosi dimezzata di valore, probabilmente prima o poi rimbalzera’.
Questo tipo di ragionamento e’ sbagliato. Innanzitutto, come fa notare Samuel Hayes, docente di finanza presso l’universita’ di Harvard, la matematica mostra come il recupero sia difficoltoso: un titolo che ha perso il 50% del valore, deve mettere a segno una performance del 100% per permettere all’investitore di tornare in pareggio.

Inoltre non e’ detto che un titolo che quoti a valori molto inferiori rispetto al proprio massimo sia un buon titolo. La domanda che un investitore dovrebbe rivolgere a se stesso e’: “In questo momento comprerei questo titolo sul mercato, o la mia scelta si indirizzerebbe altrove?.” Nel primo caso e’ corretto rimanere posizionati sul titolo in questione attendendone il recupero. Nel secondo e’ meglio vendere, cercando di rimarginare le perdite puntando su altri titoli.

III. Usare gli ‘stop loss’

Porre degli stop loss puo’ consentire di limitare le perdite. Gli stop loss sono molto utilizzati sull’American Stock Exchange e sul Nyse, mentre sul Nasdaq, in numerosi casi, non possono essere posti, mancando gli specialisti (soggetti che garantiscono la liquidita’ di un titolo).
Alcuni investitori fissano degli stop loss per conto proprio, passando un ordine di vendita quando il titolo scende a un prezzo prefissato.
Non tutti pero’ concordano con questa strategia. Fred Taylor, responsabile dell’ufficio investimenti presso U.S.Trust Co., divisione di Charles Schwab, sostiene che adottando gli stop loss si corre il rischio di vendere un titolo prematuramente.

IV. Monitorare i cambiamenti nei fondamentali

E’ importante seguire i cambiamenti nei fondamentali delle societa’, che talvolta possono provocare una caduta del prezzo del titolo e una riduzione del rating. Come sostiene Linda Starling, vice presidente della divisione investimenti di Merrill Lynch, due trimestri consecutivi chiusi con una riduzione degli utili dovrebbero essere un campanello d’allarme per la societa’ e il possessore del titolo.

V. Usare strumenti di analisi tecnica

Sam Jones, presidente di Society of Asset Allocators and Fund Timers, consiglia di utilizzare degli strumenti di analisi tecnica, come le trend line e le medie mobili esponenziali, come guida nelle decisioni di acquisto e di vendita. Ad esempio si potrebbe acquistare un titolo quando il prezzo sta al di sopra della media mobile esponenziale a 50 giorni e venderlo non appena la incrocia al ribasso.

VI. Chiedere l’aiuto di un’altra persona

Potrebbe essere utile per l’investitore affidarsi a un esperto, possibilmente stabilendo da subito gli eventuali criteri di vendita dei titoli. Per coloro che sono avversi a mettersi nelle mani di un consulente e’ comunque consigliabile avere un compagno di investimenti con cui confrontarsi e stabilire delle strategie a priori.