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41 MILIONI DI ITALIANI CHIAMATI A VOTARE, SCHIFATI DALLA PEGGIOR CAMPAGNA ELETTORALE DI SEMPRE

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Tutto è pronto per il voto. Dopo una campagna elettorale che in gran parte si è svolta nelle aule di tribunale e in Consiglio dei ministri – fra ricorsi, controricorsi e decreti legge – circa 41 milioni di italiani saranno chiamati alle urne il 28 e 29 marzo per eleggere 13 presidenti di Regione (Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria), i rispettivi Consigli regionali, quattro presidenti di Provincia, i sindaci di 73 comuni superiori (con più di 15mila abitanti, di cui nove capoluogo) e di 390 comuni inferiori (di cui due solo per il ballottaggio). Ieri il Tar del Lazio ha respinto l’ultimo ricorso di Sgarbi e Liberali: via al confronto fra Bonino e Polverini.

Per cosa si vota. Il rinnovo dei presidenti e dei consigli riguarda tutte le regioni a statuto ordinario, con l’esclusione di Abruzzo e Molise. Proprio sulle regionali si gioca la partita politica più importante, con il centrosinistra che nel 2005 si aggiudicò 11 regioni contro le due del centrodestra (Lombardia e Veneto).

Ma le urne saranno aperte anche per le elezioni amministrative: sono quattro le province in cui si vota (Imperia, Viterbo, L’Aquila, Caserta), nove i comuni capoluogo (tra cui Venezia dove scende in campo il ministro Brunetta) e il rinnovo di sindaci e consigli comunali riguarda anche altri 454 comuni.

Quando si vota. Le operazioni di voto si svolgeranno su due giorni, domenica 28 e lunedì 29 marzo. Domenica le urne saranno aperte dalle 8 alle 22, mentre lunedì si potrà votare dalle 7 alle 15. Gli eventuali ballottaggi, per provinciali e comunali, si svolgeranno l’11 e il 12 aprile.

Lo spoglio inizierà immediatamente per le elezioni regionali, mentre per le provinciali e le comunali l’apertura delle schede avrà luogo martedì: a fare eccezione sono la provincia dell’Aquila e i comuni di Abruzzo e Molise, dove non si vota per le regionali e quindi lo spoglio per le amministrative si svolgerà in contemporanea alle regionali.

La tessera elettorale. Come a ogni tornata elettorale, per votare bisogna presentarsi al seggio con un documento di riconoscimento e con la tessera elettorale personale a carattere permanente. “Chi avesse smarrito – fa sapere il ministero dell’Interno – la propria tessera personale, potrà chiederne il duplicato agli uffici comunali che saranno aperti fino a sabato 27 marzo dalle ore 9.00 alle ore 19.00, mentre domenica 28 e lunedì 29 marzo saranno aperti per tutta la durata delle operazioni di voto”.
Oggi e lunedì quando 41 milioni di italiani saranno chiamati alle urne per eleggere i presidenti di tredici regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio,Campania, Puglia, Basilicata e Calabria.

Si vota anche in quattro province – Imperia, Viterbo, L’Aquila e Caserta – e in 462 comuni, nove dei quali capoluogo di provincia: Mantova, Lecco, Lodi, Venezia, Macerata, Chieti, Andria, Matera e Vibo Valentia.

Seggi aperti domenica dalle 8 alle 22, e lunedì dalle 7 alle 15. Tre le schede: verde per le regionali, gialla per le provinciali, azzurra per le comunali. Eventuali ballottaggi per sindaci e presidenti di provincia, domenica 11 e lunedì 12 aprile.

Le sfide nelle regioni, quattro in bilico. Sono 13 le regioni dove si vota, ma le battaglie più incerte, quelle che si combatteranno all’ultimo voto, sono nel Lazio, in Piemonte, in Liguria e in Puglia. Delle 13 Regioni in cui si voterà domenica e lunedì, ben 11 sono governate dal centrosinistra e due dal centrodestra, cioè Lombardia e Veneto.

Secondo i sondaggi effettuati quattro settimane fa, prima che scattasse il divieto della loro pubblicazione, il centrodestra sarebbe in netto vantaggio in quattro Regioni: Lombardia, Veneto, Campania e Calabria. Sempre per i sondaggi di un mese fa, il centrosinistra era avanti abbondantemente in Emilia, Toscana, Marche, Umbria e Basilicata, vale a dire sei Regioni.

Lazio. Si sfidano la candidata del Pdl, Renata Polverini, e quella del centrosinistra Emma Bonino. Terzo incomodo Marzia Marzoli della Rete dei cittadini.

Piemonte. Il leghista Roberto Cota appoggiato da tutto il centrodestra sfida la presidente e uscente Mercedes Bresso. Candidati anche Davide Bono del movimento di Beppe Grillo e Renzo Rabellino di Alternativa per il Piemonte.

Liguria. Claudio Burlando del Pd, contende la poltrona a Sandro Mario Biasotti del Pdl.

Puglia. Il governatore uscente Nichi Vendola sostenuto da tutto il centrosinistra se la vedrà con Rocco Palese del Pdl. L’Udc appogia invece Adriana Poli Bortone. Candidato anche Michele Rizzi (Partito di alternativa comunista).

Veneto. Il ministro leghista dell’Agricoltura Luca Zaia, in corsa per il centrodestra, il Pd contrappone Giuseppe Bortolussi, direttore della Cgia di Mestre. L’Udc punta invece su un suo candidato, segretario regionale del partito, Antonio De Poli. Candidati anche Silvano Polo (Veneti indipendensa), David Borrelli (del movimento Beppe Grillo), Gianluca Panto (Panto Partito nasional Veneto) e Paolo Caratossidis (Forza Nuova).

Lombardia. Il Popolo della libertà scommette ancora una volta su Roberto Formigoni, al quarto mandato, mentre il Pd schiera l’ex presidente della Provincia di Milano Filippo Penati e l’Udc, che corre da solo, l’ex sindacali Savino Pezzotta. Ci sono anche Vittorio Emanuele Agnoletto (Prc, Sinistra europea, Comunisti italiani), Vito Claudio Crimi (Movimento Beppe Grillo) e Gianmario Invernizzi (Forza Nuova).

Emilia Romagna. Qui sono invece i democratici a ricandidare il presidente uscente Vasco Errani, forte del sostegno di Prc, Pdci e Socialismo 2000 contro il quale il Pdl mette in campo Anna Maria Bernini, vice portavoce nazionale e deputato. Anche qui l’Udc va da sola, con Gianluca Galletti. C’è anche Giovanni Favia (Movimento Beppe Grillo).

Umbria. La sfida è tutta al femminile: il Pd, con le primarie, ha scelto Catiuscia Marini, la candidata Pdl è Fiammetta Modena e quella dell’Udc Paola Binetti, che ha da poco lasciato il Partito democratico.

Marche. Governatore uscente in corsa anche nelle Marche dove il centrosinistra presenta l’attuale presidente Gian Mario Spacca, che conta su uno schieramento ampio che raggruppa con fra gli altri, Idv, Udc, Api, liste civiche. Qui il Pdl, invece, mette in campo il medico Erminio Marinelli, vice sindaco di Civitanova Marche. Rifondazione, Federazione della sinistra e Sinistra ecologia libertà puntano invece su Massimo Rossi.

Toscana. Il Pd con un ampio schieramento di centrosinistra candida l’attuale assessore alla Sanità Enrico Rossi. Monica Faenzi è invece in corsa per il Pdl, senza il sostegno dei centristi che lanciano come sfidante Francesco Bosi. La lista Bonino pannella punta invece su Alfonso De Virgilis e Forza Nuova su Ilario Palmisani.

Campania. I democratici schierano Vincenzo De Luca, candidato accettato alla fine anche dall’Idv di Antonio Di Pietro. Il Pdl, invece, punta su Stefano Caldoro, appoggiato anche dell’Udc. Paolo Ferrero si candida appoggiato da Rifondazione e Roberto Fico per il movimento di Beppe Grillo.

Basilicata. Canidato confermato dal Pd anche in Basilicata, dove all’attuale presidente del centrosinistra Vito De Filippo il Pdl contrappone il consigliere regionale Nicola Pagliuca. Ci sono anche Magdi Cristiano Allam (Io amo la Lucania), Marco Toscano (Movimento politico contro l’indifferenza) e Florenzo Doino (Partito comunista dei lavoratori).

Calabria. Le primarie hanno investire il presidente uscente Agazio Loiero per il centrosinistra mentre il centrodestra ha come candidato il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti. Terzo incomodo Pippo Callipo, sostenuto invece dall’Idv. Infine, sempre grazie al successo delle primarie.

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(WSI) – Ultimo giorno di campagna elettorale in vista del voto di domenica e lunedì. Il leader del Pd Pier Luigi Bersani lo trascorre in Piemonte, dove la sfida tra Mercedes Bresso e il leghista Roberto Cota sarà al fotofinish. «Il vento sta cambiando» dice il segretario dei democratici. Silvio Berlusconi fa il pienone in tv nella serata di chiusura della campagna elettorale.

Il premier e leader del Pdl ha rilasciato interviste a Studio Aperto, Tg4, Tg1, Tg5 e Tg2 ed anche al Gr1 delle 19. Nel pomeriggio, il Cavaliere è stato anche intervistato per circa un’ora da SkyTg24. Per l’ultimo messaggio agli elettori del centrodestra il premier sceglie il Lazio. «C’è un partito dei magistrati che usa la giustizia a fini di lotta politica. Noi siamo forti e vinceremo lo stesso» spiega al comizio di Renata Polverini. «Il diritto di votare è sacrosanto, ma votare è anche un dovere» ricorda il presidente del Consiglio, precisando che chi sceglie di non andare a votare «non può poi lamentarsi di quello che succede».

«SINISTRA DAI METODI SOVIETICI» – «L’opposizione è lontanissima dall’essere una sinistra democratica» ha detto il presidente del Consiglio. E tornando sulla vicenda liste e della serie di ricorsi che ne è derivata, aggiunge: «Se fosse capitato a loro quello che è capitato a noi avremmo fatto una battaglia per garantire il loro diritto di voto. Questa però è una sinistra dai metodi sovietici». Nel pomeriggio Berlusconi è entrato negli studi del «nemico» di Mediaset per l’intervista su Sky Tg24. «Non temo l’astensionismo», ha detto il premier.

«Ho molta fiducia nel buonsenso degli italiani che vedono i guasti fatti da questa sinistra». Poi una stoccata a Pier Ferdinando Casini, che «si è comportato molto male» in questa campagna elettorale, ha avuto «un comportamento schizofrenico» andando a destra e a sinistra a secondo delle poltrone e degli assessorati». In alcune regioni «contro il mio parere», ha affermato il presidente del Consiglio, c’è stata una alleanza tra Pdl e Udc, «io mi sono piegato alla maggioranza del nostro ufficio di presidenza ma stiamo tornando alla politica dell’opportunismo e della convenienza, che è il peggio del peggio. Gli elettori cattolici non daranno il voto all’Udc».

«IUS PRIMAE NOCTIS SULLE CANDIDATE»- «Queste elezioni sono elezioni regionali, ma anche politiche e nazionali» ha ricordato o Silvio Berlusconi durante il comizio nella Capitale. Sono elezioni importanti, ha aggiunto, «anche per dare al nostro governo una spinta in più per fare un lavoro vero e convinto» nei prossimi tre anni di legislatura, a cominciare dalle riforme. Poi il premier ha voluto scherzare. Prima riferendosi, in realtà tra il serio e il faceto, alla busta con polvere bianca che è stata inviata nella sua casa di Arcore.

«Dopo una giornata di lavoro capita anche che mi dicano di non andare a casa perché hanno mandato una polvere, forse antrace. Avete capito? Quelli che sono a casa mia sono tutti in ospedale per i controlli. C’è mio figlio chiuso in una stanza sigillata. Bella consolazione per un dittatore». «Del resto, a quegli altri – ha aggiunto – che cosa gli è rimasto se non provarci con le statuette o la polverina…». Poi lo scambio di battute con la Polverini: «Sai che ho ius primae noctis sulle nostre candidate. È scritto nello statuto del Pdl. È stato deciso da una votazione all’unanimità», ha aggiunto sorridendo il premier.

«Ma qui stiamo parlando della Lista Polverini», è stata la replica della candidata laziale. «Si vede – ha risposto il Cavaliere – che Paolo Bonaiuti lo ha cancellato all’ultimo». «Alla mia età sono stufo delle ipocrisie e il vantaggio è che dico tutto quello che mi va di dire» ha anche aggiunto il premier. Infine ancora ironie, questa volta sulle starlette. «La gente pensa che io faccia un gesto e ottengo quello che voglio. Anche le starlette pensano che io faccio ‘op’ e loro vanno in televisione. Io magari faccio pure ‘op’, ma poi in televisione non ci va nessuna» ha detto il premier schioccando le dita.

SINISTRA – Anche nel corso dell’intervista a Sky, non poteva mancare l’accenno alla sinistra, che «vuole reintrodurre l’Ici e mettere le tasse sui risparmi, Bot e Cct. Vogliono la patrimoniale a partire dai piccoli appartamenti e addirittura vogliono abolire la moneta, vietando i pagamenti in contanti dai 100 euro in su, sarebbe uno stato di polizia tributaria. Nelle regioni governate dalla sinistra, dove ci sono veri e propri regimi in economia e nelle istituzioni, c’è ostilità nei confronti dei provvedimenti del governo.

Le regioni rosse quando arriva un provvedimento del governo si ritirano a riccio». La sinistra, ha aggiunto, «vuole spalancare le frontiere in Italia, vogliono un’Italia multietnica per far entrare il numero maggiore possibile di extracomunitari per cambiare la bilancia tra la maggioranza dei moderati e la sinistra che finora è minoranza». Su Bersani e il rifiuto a incontrare il segretario del Pd in un faccia a faccia televisivo: «Non ho paura di nulla e di nessuno, ma per dialogare in modo positivo c’è bisogno che uno rispetti l’altro e la sinistra non ce l’ha. Mi calunniano e mi insultano quotidianamente e con chi si comporta cosi non c’è nessuna possibilità di dialogo. Bersani è un professionista nel capovolgimento della realtà».

LEGA – Berlusconi non ha paura del «sorpasso» della Lega in alcune regioni del Nord. «È un’ipotesi che non esiste nei nostri sondaggi. Bossi è un alleato fedele. E non ho nessuna preoccupazione sul fatto che la Lega possa irrobustirsi. In Lombardia c’è ancora una grande differenza tra noi e loro». Qualunque sarà il risultato delle regionali, non inciderà sul governo, ha assicurato Berlusconi. «Ogni Regione in più (da noi vinta, ndr) costituirà un successo. La vera vittoria sarebbe avere la maggioranza dei cittadini amministrata da noi». Chi sarà il successore di Berlusconi alla guida del Pdl? «Non sono io a indicare chi mi succederà. Sarà il partito, attraverso un grande congresso, a portare avanti dei nomi sui quali si farà una scelta con primarie o in altro modo».

INTERCETTAZIONI e GIUSTIZIA – Sui recenti scandali nati dalle intercettazioni, il capo del governo ha risposto che «nelle prossime settimane sarà varata una legge», mentre la sinistra vuole continuare con la «pratica barbara e incivile delle intercettazioni su tutti. Siamo l’unico Paese al mondo in cui ci si permette di intercettare un presidente del Consiglio». «Io sono sereno, è la giustizia a essere malata» e Berlusconi cita in particolare la corrente di Magistratura democratica.

«Il palazzo di giustizia di Milano ha rivolto a me aggressioni sul nulla. I giornali, che ormai sono organi di disinformazione, parlano della mia ira, ma io non mi sono mai stato irato nella mia vita. Con la magistratura mi sono indignato, non arrabbiato. Io voglio andare in aula in tribunale a portare la mia difesa. Ma i miei avvocati mi dissuadono dicendomi che non mi troverei delle corti, ma plotoni di esecuzione. Tutte le corti hanno respinto i ricorsi della lista Pdl nel Lazio. Sono formalisti e ci hanno negato il diritto di votare. Questa vicenda fa venire il mal di stomaco e il mal di cuore».

LAVORO – Sulla vicenda dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, Berlusconi ha assicurato di essersene «occupato personalmente. Il governo ha diverse offerte e credo che ne usciremo con un incremento dei lavoratori».

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