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2011: puntare ancora sull’azionario. Ma con una strategia di stock picking

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Azionario: checché se ne dica, gli analisti rimangono ottimisti sulla sua performance anche nel 2011, grazie ai tassi di interesse ancora bassi, e agli utili aziendali. Ma attenzione: meglio puntare sull’azionario optando per una strategia di stock picking.

Lo dicono alcuni esperti intervistati da Class Cnbc, come Wolfram Mrowetz, di Alisei Sim, e Tommaso Federici, di Banca Ifigest. Federici, in particolare, afferma di guardare ad Apple in America, mentre in Italia l’attenzione è al settore del lusso e a Fiat. “Ma prestiamo attenzione anche ad alcuni titoli come i farmaceutici e le utility che non hanno partecipato al rialzo di quest’anno, a titoli caratterizzati insomma dal ‘value’, oltre che dalla crescita”.

Per Wlademir Biasia, di WB Advisors, che parla dei settori a cui guardari, interessanti opportunità saranno rappresentate dai titoli legati all’oil, alle materie prime e ai metalli preziosi come l’argento.

Ma che dire dei bancari e dei finanziari in generale, che soprattutto nel caso del Ftse Mib hanno pesato così tanto sulla performance dell’azionario? Così Federici (Banca Ifigest): “Noi abbiamo in portafoglio Deutsche Bank e Ubs. In generale facciamo molta selezione all’interno del comparto, che ha sì maggiori potenzialità di rialzi ma che presenta anche più volatilità. Le nostre scelte tengono in considerazione soprattutto i requisiti di capitale e di patrimonializzazione che dovranno essere rispettati per adeguarsi ai criteri di Basilea III. Sui finanziari americani, la scelta ricade su Citigroup e Bank of America, ma con prudenza. Si consiglia dunque di lavorare in questi casi con piccole percentuali o con opzioni, dato il Beta molto elevato che rende i titoli bancari i primi a soffrire con violenza in caso di notizie poco confortanti”.

Per Biasia (WB Advisors), i “finanziari da un lato presentano eccessi di debolezza che possono concretizzarsi in opportunità tattiche. Dall’altro non vedo all’orizzonte un periodo interessante”.

Mrowetz (Alisei Sim) ribadisce poi di fare stock picking nel settore del lusso, delle automobili e dei tecnologici.

Certo, che se vogliamo riassumere questo 2010, vediamo che a fronte di un Dax, la borsa di Francoforte, che è riuscito a tornare ai livelli pre-Lehman, e a fronte anche di un Dow Jones e un Nasdaq che hanno fatto +10% e +17% rispettivamente, l’azionario presenta anche punti dolenti, come Madrid, che ha ceduto il 16% da inizi anno e il Ftse Mib che, nello stesso arco temporale, è arretrato del 10% circa.

E da noi, ovvero sul Ftse Mib, l’esito annuale è davvero negativo per i bancari, che incidono sul nostro listino per un terzo, quasi il doppio rispetto ad altri indici.

Il quadro dei ribassi del paniere principale di Piazza Affari diventa infatti più chiaro se consideriamo che da inizi anno Banca Popolare di Milano ha ceduto il 45% del suo valore, mentre Intesa San Paolo e Unicredit sono scese rispettivamente del 32% e del 28% circa.

Sicuramente meglio hanno fatto Fiat, che dagli inizi del 2010 è salita del 48% e Saipem, con un bel +53%.