Economia

Yellen: rischi “molto familiari” rimangono

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Il sistema finanziario è più sicuro oggi di quanto non fosse prima dell’ultima grande crisi finanziaria, tuttavia i rischi “molto familiari” che ben conosciamo rimangono. Pertanto sono necessari dei piccoli aggiustamenti all’apparato di regolamentazione. Lo ha detto Janet Yellen nel discorso inaugurale che ha dato il via ai lavori del simposio di Jackson Hole, nello stato del Wyoming, a cui parteciperanno anche altri banchieri centrali, tra cui, Mario Draghi, ministri delle Finanze ed economisti. Il governatore della Bce prenderà la parola alle 21 ora italiana.

Tra i rischi citati da Yellen ci sono “l’eccessivo ottimismo e la trasformazione dei livelli di indebitamento, che richiede pronte risposte politiche”. Yellen ha poi difeso le regole approvate dalla banca centrale. Sebbene necessitino cambiamenti modesti, “non hanno limitato la disponibilità di credito o la crescita economica”. La Fed sta lavorando per capire “dove le riforme funzionano e dove sono necessari dei miglioramenti“, ha spiegato Yellen parlando dal palco del Grand Teton National Park, in Wyoming.

La presidente della Fed, il cui discorso era molto atteso dai mercati finanziari, che si attendono da lei la conferma dell’avvio di una nuova era di politica monetaria, ha detto che le misure intraprese dalle autorità delle banche centrali dopo la crisi hanno reso il sistema più sicuro.

La Fed ora si appresta a mettere fine a quelle misure straordinariamente accomodanti, che i critici paragonano a droghe monetarie per certi versi dannose, con il passaggio a una normalizzazione dei tassi di interesse dopo anni di misure ultra accomodanti e di abbondanza monetaria. È uno stadio a cui ancora non è arrivata la Bce. Anche per questo motivo forse l’intervento più atteso è quello di Draghi.

Il fatto che Yellen non abbia fatto riferimento alle strategie di politica monetaria sta indebolendo sul Forex il dollaro Usa, che perde terreno su euro e soprattutto sterlina, ma non ha un grande impatto sui mercati. La divisa britannica, le cui prospettive sono comunque poco rosee secondo gli analisti, è salita ai massimi di quattro sedute dopo che la presidente della Fed ha parlato (vedi grafico preso da Bloomberg Tv riportato sotto).

Non è che gli Investitori si aspettassero che Yellen facesse grandi dichiarazioni, in particolare in tema di rialzi dei tassi di interesse, ma alcuni puntavano almeno su un accenno alla riduzione del bilancio enorme da 4.500 miliardi di dollari della Fed.

Dollaro Usa in calo dopo intervento di Yellen a Jackson Hole
Dollaro Usa in calo dopo intervento di Yellen a Jackson Hole

Dopo Yellen l’attesa è tutta per il discorso di Draghi

Se la banca centrale americana ha già fatto capire quali sono le sue intenzioni e quale sarà la tempistica delle sue prossime azioni, dal canto suo sulle mosse della Bce c’è l’incertezza più assoluta. Draghi ha fatto capire che una decisione su una potenziale riduzione del programma di acquisto di bond sarà presa in autunno e non prima di avere nuove informazioni sullo stato di salute dell’economia e sull’andamento – abbastanza fiacco ultimamente – dell’inflazione.

Il mese prossimo la Fed dovrebbe annunciare l’inizio della riduzione del suo bilancio arrivato a valere 4.500 miliardi di dollari sulla scia degli acquisti di Treasury e bond ipotecari (un programma in tre round concluso nell’ottobre del 2014). A dicembre poi, come successo nel 2015 e nel 2016, potrebbe alzare per la terza volta nell’anno in corso i tassi, ora all’1-1,25%. Se sul bilancio i mercati non hanno dubbi o al massimo si aspettano una mossa a ottobre, sui tassi c’è maggiore scetticismo a fronte di un’inflazione che ormai da cinque anni cresce meno del 2% annuo stabilito come obiettivo dalla Fed. Su questo punto la Fed stessa è divisa. Secondo alcuni, “può permettersi di essere paziente” in materia di tassi.

Per altri c’è il rischio che – a fronte di un mercato del lavoro in buono stato e di prezzi di Borsa vicini ai record storici – l’inflazione balzi improvvisamente sopra il target di crescita annua del 2%. Yellen probabilmente ripeterà che un’inflazione al palo è una cosa temporanea e che crescerà nel medio termine. Se riuscirà a navigare i mercati senza scossoni attraverso una ulteriore normalizzazione della politica monetaria, Yellen si confermerà per quello che già è considerata: tra i migliori governatori della storia.

A Jackson Hole non mancherà poi chi le chiederà se intende restare al comando della Fed quando il suo mandato scadrà nel febbraio 2018. Mancano dunque solo sei mesi e potrebbe essere l’ultimo simposio annuale per Yellen. Come fatto in passato, probabilmente dirà che non ci ha ancora pensato mentre il presidente Donald Trump non esclude nulla (un candidato in pole position è il consigliere economico capo Gary Cohn).

Yellen ha indirettamente criticato il presidente Usa quando ha detto che le norme finanziarie in vigore salvaguardano l’economia contro un’altra crisi. L’idea contrasta nettamente con quella dello staff della Casa Bianca che vorrebbe allentare l’impianto normativo per favorire le grandi banche.

Tornando alla Bce, per una volta Draghi dovrebbe seguire la tattica di Yellen: restare vago quanto basta, evitando di sembrare troppo “falco” e di provocare un selloff dei titoli di stato. E promettendo ancora una volta un approccio prudente e paziente. Sui mercati il cross euro dollaro non si discosta molto dai livelli di apertura. L’impressione è che per avere indicazioni importanti bisognerà aspettare il 7 settembre, quando il direttorio della Bce disporrà di dati macro aggiornati e potrà esprimere una previsione credibile per i prossimi mesi in area euro.