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Wikileaks: Berlusconi scoppiò a piangere al telefono con Clinton

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NEW YORK (WSI) – Le ultime rivelazioni di Wikileaks sulle trame politiche di Hillary Clinton non hanno ricevuto un’ampia copertura da parte dei media, impegnati a parlare degli scandali a sfondo sessuale – e non solo – del suo rivale nella corsa alla Casa Bianca, Donald Trump. In Italia si è invece parlato di un particolare curioso: il giorno in cui l’allora premier Silvio Berlusconi scoppiò a piangere al telefono con Clinton.

È la stessa ex Segretario di Stato a raccontarlo alla dirigenza di Goldman Sachs. A scatenare le lacrime dell’ex primo ministro italiano sarebbero stati i giudizi poco lusinghieri espressi dai diplomatici Usa nei suoi confronti. La candidata dei Democratici alle elezioni presidenziali lo ha raccontato all’AD di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, durante una convention della banca in Arizona, il 29 ottobre del 2013.

Pur essendo ricche di particolari interessanti come questo, in realtà nelle email di John Podesta, capo dello staff della campagna elettorale di Clinton, trafugate e date in pasto al grande pubblico di contenuti scottanti non ce ne sono. Si scopre semplicemente cosa vuol dire negoziare con le lobby e i poteri forti – ossia fare politica – negli Stati Uniti. Come quando, in tema di libero scambio commerciale, Clinton ammette che bisogna avere una posizione nella vita pubblica diversa da quella che si ha nella vita privata.

Paradossalmente le migliaia di email sottratte alla casella della posta elettronica di Podesta hanno avuto persino come effetto quello di rassicurare una parte del corpo elettorale, in particolare se si tiene conto del contesto in cui si è svolta sin qui la campagna presidenziale. Sono diversi gli episodi che hanno alimentato i dubbi sull’incapacità dei candidati in lizza – vuoi per motivi di salute (Clinton) e anagrafici (Clinton e Trump), oppure di preparazione ed esperienza in campo politico (Trump).

Trump continua ad attaccare la rivale, arrivando anche a dire – seriamente – che andrebbe sottoposta a un test anti doping. Intanto i sondaggi danno il candidato del Partito Repubblicano indietro di almeno quattro punti. Quattro punti è il distacco meno ampio di tutti e viene indicato dal sondaggio condotto dal Washington Post in collaborazione con Abc News tra un campione di elettori probabili: Clinton si aggiudicherebbe le elezioni con il 47% dei consensi contro il 43% dello sfidante.

Secondo Nate Silver, il guru delle previsioni elettorali americano, quando mancano solo 23 giorni all’esito del voto – in alcuni stati si è già incominciato a votare – Clinton ha l’86% di chance di vittoria. Il calcolo delle probabilità è stato effettuato facendo una media degli ultimi sondaggi più affidabili a disposizione.

Tra i 4 punti di vantaggio dati dal Washington Post, arrivando fino agli 11 punti di distacco assegnati a Clinton nel sondaggio di NBC News e Wall Street Journal e passando per i 6-7 punti di gap del sito di Silver, Five Thirty Eight, si arriva a una chance molto alta di vittoria per l’ex First Lady. La sensazione è che un elettore medio Repubblicano che si era rassegnato a votare per Trump senza troppa convinzione, si sia convinto a votare diversamente dopo gli ultimi scandali su una serie di presunte molestie sessuali.

Fonte principali: Wikileaks, Five Thirty Eight