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WARREN BUFFETT E’ ORMAI UN MEDIOCRE INVESTITORE

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Non occorre collegarsi con Weather.com per sapere che nello stato del Nebraska questo mese tira aria di tempesta. Basta dare un’occhiata alle ultime performance di Berkshire Hathaway (vedere BRKA, quotazioni e grafico interattivi), la societa’ cassaforte di Warren Buffett, con sede a Omaha, e metterle a confronto con l’indice Standard and Poor’s 500 (SPX), per verificare che Buffett non solo non ha ”performato”, ma, peggio, il titolo va malissimo, e dall’inizio dell’anno e’ in perdita netta.

Tra i due grafici infatti c’e’ un’abisso. Le azioni della societa’ finanziaria di assicurazioni e investimenti guidata dall’ex grande investitore Warren Buffet (rimane sempre il quinto uomo piu’ ricco del mondo, tuttavia….) stanno crollando cosi’ velocemente che, per la prima volta, in un periodo di tre e cinque anni hanno avuto prestazioni inferiori a quelle del mercato azionario nel suo complesso.

Come cambiano le cose. L’ex Re della borsa, il saggio di Omaha, incoronato ogni anno come il piu’ grande investitore del mondo, ha preso decisioni sbagliate e commesso errori che oggi sono sotto gli occhi di tutti.

Il piu’ grave e’ che Buffett non ha per nulla considerato le societa’ informatiche e del settore tecnologico, giudicandole sovrastimate e difficili da analizzare. Ma ha snobbato anche i mercati stranieri, dando per scontato che la borsa Usa bastasse da sola e offrisse ampie opportunita’ di investimento. Risultato? Buffett — e con lui tutti quelli che hanno copiato la sua tecnica di investire solo su societa’ per il loro valore reale – ha ignorato completamente, perdendo cosi’ il treno del rialzo, le due maggiori tendenze che hanno infiammato Wall Street in questi ultimi tre anni.

Ogni investitore dovrebbe studiare questo suo errore con grande attenzione. La natura umana porta ad avere fiducia in cio’ che e’ stato vincente nel passato e a ignorare cio’ che sembra avere successo nel presente.

Infatti, seguendo Buffett, quegli investitori che hanno dato fiducia alle societa’ classiche di prodotti di largo comsumo che piacciono al guru di Omaha, come Walt Disney (DIS), Coca-Cola (KO) e Gillette (G), proprio nel momento in cui le aziende legate al mondo dell’informatica e internet stanno spopolando in tutto il mondo, quegli investitori oggi piangono, per i rendimenti patetici di quei titoli, e spesso per le perdite secche di portafoglio subite. Fra qualche anno pero’, questo trend potrebbe vedere ulteriori cambiamenti, e aziende come Microsoft (MSFT), Intel (INTC) e Yahoo! (YHOO) potreberro essere le nuove Coca-Cola, Gillette e Disney, oggi con quel sentore di vagamente jurassico (si fa per dire…) che hanno rispetto alle nuove aziende del Nasdaq.

Qualche analista si e’ dato la briga di passare al setaccio 8.400 tra le azioni quotate su varie borse americane, per selezionarne alla fine cento sulla base della capitalizzazione. I risultati sono soprendenti.

La piu’ modesta capitalizzazione si aggira intorno ai 40 miliardi di dollari; e delle venticinque societa’ in testa alla lista solo quattro non sono legate all’informatica: American Express (AXP), Morgan Stanley Dean Witter (MWD), Citigroup (C) e Amgen (AMGN). Inoltre, undici di queste venticinque, cioe’ quasi la meta’, hanno la loro sede fuori dagli Stati Uniti. E’ certamente una tendenza. E Warren Buffett l’ha capita? Che domanda.

Scendendo ancora piu’ nel dettaglio, diventa chiaro quanto l’informatica e le telecomunicazioni stiano aquisendo grande importanza sul mercato. Tra le prime 25 societa’ della lista di cui sopra, 12 si occupano direttamente di telecomunicazioni come la capintesta Qualcomm (QCOM), la numero tre Nortel Networks (NT), la numero nove Nippon Telegraph and Telephone (NTT) e la numero undici Nokia (NOK).

Ancora: senza considerare la Sony (SNE), la prima societa’ di prodotti di largo consumo che troviamo nell’elenco e’ Johnson & Johnson (JNJ) al quarto posto, mentre il primo gruppo nel settore della vendita al dettaglio, Home Depot (HD), si trova solo al quarantaduesimo posto. Per contro, in fondo alla lista si trovano tutte le aziende classiche – seppure di grande tradizione – come Philip Morris (MO), al novantottesimo posto, in ribasso dal 51%, Unilever (UN), al novantasettesimo, in ribasso dal 31%, PepsiCo (PEP), al novantesimo, in ribasso dal 17%, ed infine Disney, all’ottantacinquesimo posto, in ribasso dal 13%. Nessuno dice che diventeranno tipo le societa’ dell’acciaio e delle ferrovie dei primi anni del capitalismo americano. Ma l’idea non e’ poi cosi’ peregrina.

Infine, un’occhiata va data anche alle aziende che hanno saputo mettere a segno i maggiori rialzi sul mercato. Ebbene, nove delle quindici societa’ capolista non sono americane: Taiwan Semiconductor Manufacturing (TSM), Nortel Networks (NT), China Southern Airlines (ZNH), China Telecom (CHL), Sony, Nippon Telegraph, Nokia, Hitachi (HIT) e Ericsson (ERICY).

Per coloro che il prossimo anno volessero aggiungere al loro portafolio titoli dei grandi nomi di aziende informatiche estere, allo scopo di mantenere le performance dell’ investimento al di sopra della media (e di Berkshire Hathaway…), alcune delle migliori di quest’anno rappresentano sicuramente una buona opportunita’ e appariranno quasi certamente nella classifica delle migliori anche il prossimo anno. Tra queste sono da segnalare Nortel, Sony, Nokia, Ericsson, Hitachi e Deutsche Telekom.

Inoltre, qualora vi siate accorti che alcuni di questi titoli non sarebbero mai stati considerati appetibili solo un anno fa, elenchiamo di seguito alcune tra le piu’ interessanti societa’ estere dell’informatica e delle telecomunicazioni che saranno tra le migliori 100 per capitalizzazione: STMicroelectronics (STM), azienda francese produttrice di chip per computer con una capitalizzazione di 34 miliardi di dollari ed introiti pari al 201%; Kyocera (KYO), azienda giapponese produttrice di componenti elettroniche, 20,4 miliardi di capitalizzazione e 106% di introiti; e le societa’ di telefonia messicane Telefonos de Mexico (TMX), 26 miliardi di dollari e 101%, e Grupo Televisa (TV), 22 miliardi di dollari e 96%.

C’e’ poi il capitolo delle migliori aziende ad alta capitalizzazione. Questo settore del mercato ha attraversato un periodo di forte crescita nel 1999. L’elenco che presentiamo mostra le migliori societa’ con una capitalizzazione superiore a 40 miliardi di dollari alla data del 19 novembre, con la perfomance del titolo in percentuale:

(QCOM) QUALCOMM Incorporated $ 58,3 miliardi (+1.302%);

(TSM) Taiwan Semiconductor Manufacturing Company Ltd. $45,9 miliardi (+229,6%);

(NT) Nortel Networks Corporation $103,9 miliardi (+206,8%);

(SUNW) Sun Microsystems, Inc. $98,8 miliardi (+195,7%);

(ZNH) China Southern Airlines Company
Ltd. $43,4 miliardi (+194,7%).

Parlando delle societa’ ad alta capitalizzazione, vanno sottolineati alcuni cambiamenti intervenuti nell’ultimo mese in cima alla lista delle migliori. Microsoft ha lasciato la pole position a General Electric (GE), Intel ha perso la seconda posizione in favore di Cisco Systems (CSCO), mentre America Online (AOL) ha raggiunto il quinto posto, a ridosso del gigante IBM.

Se le tendenze attuali continueranno nel futuro, non sorprendera’ vedere Cisco scalare tutte le posizioni e diventare ”numero uno” della lista per la fine del prossimo anno.

Rimane comunque interessante notare come un qualsiasi investitore avrebbe potuto tenersi al di sopra dell’indice S&P 500 semplicemente comprando, all’inizio dell’anno, le azioni di quelle che allora erano i cinque migliori titoli ad alta capitalizzazione e cioe’: Microsoft, General Electric, Intel, Wal-Mart (WMT) e Exxon (XON). In questo caso il guadagno sarebbe stato del 29% (migliore di circa un terzo rispetto all’andamento del mercato, e nettamente migliore rispetto alla cassaforte di Warren Buffett, Berkshire Hataway, che come avete verificato voi stessi, ha addirittura il segno negativo davanti alla performance).

Ma ecco, per concludere, le prime cinque aziende per capitalizzazione a Wall Street alla data del 19 novembre:

(GE) General Electric, $462 miliardi;

(MSFT) Microsoft, $438 miliardi;

(CSCO) Cisco Systems, $279 miliardi;

(NTT) Nippon Telegraph and Telephone, $268 miliardi;

(WMT) Wal-Mart Stores, $261 miliardi.

Gli ordini di grandezza sono incommensurabili, per noi italiani. Ai valori di questa settimana la General Electric – che e’ salita ancora rispetto ai valori pubblicati qui sopra – vale infatti gia’ piu’ di 1 milione di miliardi di lire!