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Wall Street vivace, tapering più lontano

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NEW YROK (WSI) – Inizio di settimana in rialzo per la Borsa Usa. A dettare gli acquisti, il rapporto del lavoro di settembre. Il fatto che i posti creati siano stati decisamente sotto le attese toglie ogni dubbio tra gli operatori: la Federal Reserve manterrà il passo con cui acquista Treasury e bond ipotecari per 85 miliardi di dollari al mese. L’inizio del “tapering” non solo non è atteso quest’anno ma non dovrebbe verificarsi, almeno per i trader, prima di marzo. Anche perché, per colpa di 16 giorni di shutdown, i prossimi dati saranno probabilemte distorti. Quindi la banca centrale avrà bisogno di piu’ tempo per avere un quadro preciso della congiuntura americana prima di decidere se togliere o meno le sue misure di stimolo.

A fine seduta il Dow segna un incremento dello 0,49% a 15.468 punti, in aumento il Nasdaq che guadagna lo 0,25% a 3.930. Quinta seduta di fila in rialzo per lo S&P 500, che aggiorna nuovi record a 1.755 punti (+0,59%).

Il petrolio ha finito la seduta in rosso: i future con consegna a novembre sono calati di 1,42 dollari, l’1,4%, a 97,80 dollari il barile. Nel frattempo, i titoli di Stato americani proseguono positivi con rendimenti in calo al 2,51% per il bond decennale, benchmark del settore, e al 3,61% per il bond trentennale. Sui mercati valutari, l’euro avanza a 1,3785 dollari ai massimi da novembre del 2011mentre il biglietto verde arretra a 98,12 yen.

Il rapporto sull’occupazione Usa che ha messo in evindenza un aumento di nuovi posti di lavoro di 148.000 unità, contro i +180.000/+183.000 attesi dal consensus. In calo il tasso di disoccupazione, sceso a settembre al 7,2% dal 7,3% inizialmente reso noto.

Prima della comunicazione del dato – atteso lo scorso 4 ottobre, poi rimandato a oggi a causa dello shutdown federale che si è protratto negli Stati Uniti dal 1° al 17 ottobre – gli strategist di Goldman Sachs avevano precisato che i mercati avrebbero reagito bene anche nel caso di un dato deludente. E così è stato; un’economia meno solida delle attese avalla infatti le misure di quantitative easing finora adottate dalla Fed, e a rischio per la prospettiva del tapering, ovvero per la possibile riduzione di acquisti di asset da parte della Banca centrale americana.

Una prospettiva che tuttavia si allontana. Secondo Goldman, l’acquisto di Treasuries e titoli legati ai mutui resterà infatti invariato almeno fino al primo trimestre del 2014, complici anche le conseguenze negative che l’impasse Usa sul debito avrà sui fondamentali dell’economia.

L’economista Justin Wolfers avverte che la creazione di posti di lavoro sta perdendo spinta. Sottoscrive anche David Nicholls, alliance manager presso UKForex, secondo il quale il mercato del lavoro è ancora troppo fragile per poter permettere alla Federal Reserve di iniziare a ridurre la portata del suo schema di acquisto di Bond. I numeri non sono sufficienti per consentire un’immediata azione della Banca centrale.

Inoltre è difficile che i dati di ottobre siano molto più positivi, anzi, considerando gli effetti negativi della paralisi federale di inizio mese saranno possibilmente peggiori. Se da un lato obbligazionario e azionario ne trarranno giovamento, il dollaro Usa – sostengono sempre gli economisti – ne pagherà invece le conseguenze.

Per Marc Faber, poi, non solo non c’è nessun pericolo che uno scenario del genere si concretizzi, ma esiste il rischio che la quantità di acquisti venga aumentata, addirittura fino a $1.000 miliardi al mese.

La liquidità-droga, a suo avviso, è destinata a permanere, in quanto la Fed è prigioniera di se stessa, e proprio per questo motivo continuerà ad alimentare la bolla creatasi negli ultimi anni. Con conseguenze disastrose per la ricchezza globale, che potrebbe crollare del 50%.

Sul fronte macro, oggi è stato diffuso dal Dipartimento del Commercio anche il dato sulle spese per costruzioni di agosto, cresciute dello 0,6% rispetto a luglio. Il dato segna un rallentamento rispetto a luglio (quando era balzato dell’1,4%) ma e’ comunque superiore alle previsioni degli analisti (+0,4%).

Continua intanto la pioggia di trimestrali. All’indomani di utili trimestrali piu’ che quadruplicati, Netflix balza del 7,34%. Ieri dopo la chiusura di Wall Street Netflix ha fatto sapere di avere piu’ che quadruplicato i profitti grazie a un aumento del numero di utenti del servizio online: sulla scia della notizia, il titolo aveva guadagnato il 10% negli scambi del dopo mercato.

La compagnia aerea Delta Air Lines vola del 3,77% nel giorno dei conti: un traffico solido nel terzo trimestre ha sostenuto ricavi e utili. Lockheed Martin, societa’ attiva nel settore della difese e dell’aerospazio, guadagna il 2,63% grazie a un bilancio che ha centrato le attese degli analisti. Corre Transocean(+5%): la societa di trivellazione petrolifera tra una settimana entrera’ a fare parte dell’S&P 500 prendendo il posto di Dell. L’ingresso nell’indice benchmark di Wall Street da parte della societa’ svizzera è previsto per il prossimo 28 ottobre. Il delisting del produttore di computer fa parte del piano di privatizzazione ad opera del suo fondatore Michael Dell e il fondo di private equity Silver Lake.

Ma l’evento societario più atteso è indubbiamente il consueto appuntamento con la presentazione dei nuovi prodotti Apple. Da quando ha lanciato il suo primo iPad nel terzo trimestre del 2010, la società di Cupertino ha venduto 155 milioni unità del tablet, minacciando la sopravvienza dei computer tradizionali. Se la società ora riduce anche il prezzo di partenza, il mercato dei prodotti informatici potrebbe uscirne molto cambiato.

Intanto gli analisti, stando a quanto riporta Bloomberg, hanno rivisto al rialzo le stime sugli utili, prevedendo un incremento medio degli utili delle società scambiate sullo S&P 500 +2,5%, contro il +1,7% atteso all’inizio del mese.

Finora, i profitti delle 115 società che hanno comunicato i loro risultati dall’inizio della stagione degli utili societari, sono cresciuti +4,5%, a fronte di un fatturato in aumento dell’1,9%. Il 70% circa di tali società ha battuto le attese degli analisti sul fronte degli utili, mentre il 51% ha battuto le previsioni sul giro d’affari.

IL COMMENTO SUL RAPPORTO OCCUPAZIONE USA DI VINCENZO LONGO, MARLET STRATEGIST IG

I nuovi posti di lavoro dei settori non agricoli a settembre in Usa sono stati pari a 148 mila unità, contro le 180.000 del consenso. Il tasso di disoccupazione è sceso al 7,2%. Poco mosso il numero dei disoccupati fermo a 11,3 milioni di persone. Tra i vari settori, i rialzi hanno interessato il comparto delle costruzioni, del commercio all’ingrosso, dei trasporti e dei servizi finanziari. Contributi negativi sono arrivati dal settore del leisure e food&beverage.

Rivisti al rialzo i dati di agosto (a 193.000 da 169.000), mentre quelli di luglio sono stati abbassati a +89.000 da +104.000. Nel complesso la crescita occupazionale mensile media si sta portando rapidamente sotto la soglia delle 200.000 unità, ovvero la soglia più volte menzionata da alcuni governatori della Fed oltre la quale sarebbe scattato il tapering.

Con queste cifre la Fed non modificherà il proprio piano di acquisto titoli almeno nei prossimi tre mesi. Se consideriamo che i dati odierni non incorporano neanche le recenti tensioni legate allo shutdown e al debt ceiling, comprendiamo che il mercato sta scontando che le figure dei prossimi mesi potrebbero essere peggiori di quelle attuali.

Quanto esposto si sta riflettendo sui mercati attraverso forti vendite sul dollaro statunitense che sta perdendo terreno verso tutte le valute. Il Dollar Index ha aggiornato i minimi da febbraio scorso. Il cross Eur/Usd ha toccato i massimi da due anni a quota 1,3750 e potrebbe mettere pressione all’area 1,38 già in serata. Ottima reazione anche del comparto azionario, con l’S&P500 che potrebbe toccare oggi l’ambizioso target a 1.750 punti. Con la volatilità ai minimi per il Dax e l’S&P500 si aprono le strade per nuovi massimi storici.