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Wall Street snobba il petrolio, S&P e Dow aggiornano record storici

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NEW YORK (WSI) – Wall Street chiude positiva con lo S&P e il Dow che aggiornano i massimi storici. Gli investitori continuano ad approfittare della pazienza dimostrata dalla Federal Reserve mercoledì scorso in tema di rialzo dei tassi.

Nel finale, il Dow segna un aumento del 0,87% a 17.959 punti, il Nasdaq sale dello 0,33% a 4.781 punti mentre lo S&P 500 guadagna lo 0,40% a 2.079 punti.

Va ricordato che questa è una settimana corta: il 24 dicembre la borsa americana chiuderà tre ore prima mentre resterà chiusa per il giorno di Natale. I volumi potrebbero dunque essere sottili.

Dopo aver fatto registrare variazioni al rialzo nel corso dell’ultima giornata di scambi di settimana scorsa e aver iniziato positivamente anche la sessione odierna, il greggio e’ tornato a imboccare nel pomeriggio con decisione la strada dei ribassi.

A determinare l’inversione di tendenza sono state le parole del ministro del petrolio dell’Arabia Saudita, Ali al-Naimi, che in un’intervista a un quotidiano locale ha indicato che il suo paese potrebbe aumentare l’output e guadagnare quote di mercato per soddisfare le richieste di petrolio di nuovi clienti.

Inoltre il ministro spiega di che l’Arabia e’ riuscita a convincere gli altri stati membri dell’Opec che non e’ nell’interesse del gruppo ridurre la produzione per quanto i prezzi del greggio possano calare. La strategia, spiegano gli analisti, e’ quella di mettere fuori gioco i produttori americani di shale gas che hanno costi di produzione molto superiori. A New York un barile di Wti viene dunque scambiato ora a 55,44 dollari, in calo del 3% rispetto a venerdi’ mentre il Brent del Mare del Nord tratta a 60 euro il barile.

Sul fronte macro l’indice della Fed di Chicago è salito a 0,73 punti in novembre da 0,31 in ottobre. La media mobile dei tre mesi è passata nel periodo a +0,48 punti dai +0,09 calcolati il mese precedente. Ogni dato sopra quota zero indica una fase di espansione delle attività economiche.

Nel frattempo, negli Stati Uniti le vendite di case esistenti sono calate del 6,1% mensile in novembre al tasso annuo di 4,93 milioni di unità. Il dato reso noto dall’Associazione nazionale degli agenti immobiliari è peggiore delle attese degli analisti, che stimavano un tasso annuo di 5,2 milioni di unità. Su base annua il dato mostra un incremento del 2,1%.

I Treasury sono leggermente sotto pressione all’avvio di una settimana corta per via delle festivita’ natalizie. L’appeal di beni rifugio viene meno con l’azionario europeo in rialzo, le tensioni sui mercati finanziari russi in calo e il rimbalzo del rublo contro il dollaro. A pesare sui titoli di stato americani e’ anche l’asta di titoli a due anni per 27 miliardi di dollari prevista per oggi alle 13 ora locale, le 19 in Italia. Il decennale è in calo di 2/32 con rendimenti – che si muovono inversamente ai prezzi – al 2,185%.

(DaC-MT)