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WALL STREET: SELL FORTI, MA NIENTE ALLARMI

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Passata poco piu’ di un’ora dall’inizio delle contrattazioni i listini americani continuano a trattare in territorio negativo, con ribassi vicini al punto percentuale. Il Dow Jones arretra dello 0.96% a 13529, l’S&P500 dello 0.86% a 1507, il Nasdaq cede lo 0.94% a 2798. L’azionario statunitense viaggia in deciso ribasso tra i dubbi riguardanti la tenuta dell’economia statunitense e i risultati societari, dopo che General Motors ha annunciato una perdita kolossal nel terzo trimestre di $39 miliardi. A mettere sotto pressione gli indici anche l’avvicinarsi del prezzo del greggio alla soglia di 100 dollari e il deprezzamento del biglietto verde.

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Il focus degli operatori resta incentrato sul fronte macroeconomico e sugli sviluppi societari. Il buon dato sulla produttivita’
del terzo trimestre ha fatto ben poco per arginare le perdite del preborsa. L’indicatore e’ schizzato del 4.6% nel periodo luglio-settembre, nettamente al di sopra delle attese degli analisti (+3.1%). Note positive sono emerse anche dalla componente dl costo unitario del lavoro, scesa dello 0.2% in controtendenza con le previsioni del mercato.

Le scorte di magazzino all’ingrosso sono cresciute in misura superiore alle attese (+0.8% contro +0.1%), quelle di petrolio hanno registrato un nuovo calo, comunque leggermente inferiore alle attese. Le quotazioni del greggio restano a livelli elevati, vicine ai $98 al barile. Al momento i futures con consegna dicembre segnano un progresso di $1.00 a $97.70. In calendario e’ ancora presente l’aggiornamento sul credito al consumo.

Passando all’aspetto societario, in primo piano i risultati trimestrali del colosso delle infrastrutture network Cisco (CSCO) e di News Corp (NWS). Nel comparto dell’auto, ondata di vendite per la casa di Detroit General Motors (GM), in ribasso del 5.00% in avvio a causa dell’elevata perdita ($2.88 per azione) riportata nell’ultimo trimestre, corrispondenti a un rosso record nella storia della finanza americana pari a $39 miliardi. I titoli del settore finanziario potrebbero continuare a soffrire visibilmente dopo che una ricerca della Fed diffusa ieri ha evidenziato la ridotta possibilita’ di concessione di credito a consumatori e aziende da parte delle grosse banche d’affari colpite dalla crisi dei mutui. Nuove svalutazioni
sono state previste per Morgan Stanley (MS).

Sugli altri mercati, sul valutario, l’euro continua a spingersi al rialzo a nuovi record nei confronti del dollaro, ora a quota 1.4664. La Casa Bianca non ha rilasciato commenti sulla debolezza del dollaro, dicendo che non parla di “movimenti di valute”, ma ha definito “troppo alti” i prezzi del petrolio. Il portavoce della Casa Bianca, Tony Fratto, ha detto che l’amministrazione “si astiene dal commentare i movimenti delle valute” e ha rinviato le domande al Dipartimento del Tesoro. La portavoce Dana Perino ha invece dichiarato che “i prezzi del petrolio sono troppo alti”.

Il dollaro ha esteso oggi le ampie perdite, scivolando al minimo dei 12 anni contro il franco svizzero e stabilendo nuovi record al ribasso contro euro e nei confronti di un basket di valute. L’oro e’ balzato di $13.80 a $837.20 all’oncia. In calo i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.3650%.

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