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Wall Street se la cava, dati macro sempre brutti

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New York – Chiusura contrastata per Wall Street. Indici tenuti su ad arte. Gli investitori non si curano ne’ dei dati negativi in arrivo dall’Asia, ne’ del numero di sussidi di disoccupazione superiori alle stime in America. Euro in ribasso. Petrolio scende ancora, verso $90 al barile.

L’indice S&P500 cede -0,79 punti (-0,05%) a 1.460,26 punti, il Nasdaq -6,66 punti (-0,21%) a 3.175,96 punti, mentre il Dow avanza +18,97 punti (+0,14%) a 13.596,93 punti.

In apertura tutti gli indici erano in rosso, dopo la pubblicazione degli ultimi dati sul mercato del lavoro, che hanno evidenziato come un numero superiore al previsto di americani ha fatto richiesta di sussidio di disoccupazione nella settimana conclusasi il 15 settembre.

Il sentiment degli investitori avrebbe dovuto in teoria essere compromesso anche dalle ultime cifre in arrivo dalle principali economie mondiali, in particolare quelle di Cina, Giappone ed area euro. Invece Wall Street e’ impermeabile alle cattive notizie. Le brutte news sono ok, quelle pessime leggermente negative, per il mercato. Nella realta’, cala la fiducia sullo stato di salute della ripresa economica globale. Euro in contrazione in area $1,2950.

Dati Usa in giornata: dopo le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione – scese di 3 mila unita’ a quota 382 mila, contro le attese che erano in media per una flessione piu’ accentuata a 375.000 – l’attenzione si sposta sul Superindice e sull’indice Fed di Filadelfia sull’attivitĂ  economica della regione, atteso a -4,5 in settembre, in contrazione per il quinto mese.

Tra i market mover di giornata, l’indice preliminare stilato dagli analisti di HSBC, sull’attività manifatturiera in Cina, in leggero rialzo nel mese di settembre, a 47,8 rispetto a 47,6 di agosto. Un valore comunque ben inferiore ai 50, livello che demarca una fase di contrazione da espansione.

Contrazione anche dei servizi e dell’attività manifatturiera nell’Eurozona, con indicatore Markit in calo a 45,9, sui minimi da 39 mesi, rispetto a 46,3 di agosto.

Simile si dovrebbe rivelare anche il dato sull’attivitĂ  manifatturiera degli Stati Uniti: l’indice dovrebbe essere calato a 51,5 in settembre, rispetto al 51,9 dello scorso mese, stando alle stime raccolte da Bloomberg.

Male anche i numeri in arrivo dal Giappone. Esportazioni in calo -5,8% nel mese di agosto, in ribasso per il terzo mese di fila, stando ai dati pubblicati dal ministero delle Finanze. Importazioni -5,4%, con un deficit nella bilancia commerciale sui $9,6 miliardi.

Nella giornata di ieri azionario Usa in rialzo dopo che la Banca centrale del Giappone aveva ufficializzato di aver incrementato il programma di acquisti di asset. Il deprezzamento dello yen è comunque durato ben poco.

L’indice allargato di Wall Street, l’S&P500 e’ in attivo del +16% da inizio 2012, grazie alle mosse straordinarie di rilancio varate in ambito monetario da parte delle banche centrali internazionali. L’indice della volatilitĂ , il Vix, e’ in calo -41% da inizio anno, sui minimi da circa 5 anni.

Tra i singoli titoli societari, il gruppo di software Adobe Systems annuncia di attendersi una calo degli utili, o piatti, per il terzo trimestre. Bank of America starebbe invece pensando al licenziamento di circa 16.000 dipendenti entro fine anno. La societĂ  continua nella politica di riduzione dei costi.

In ambito valutario, l’euro in calo sul dollaro a $1,2968. La moneta unica verso il franco svizzero a CHF 1,2099, mentre contro lo yen scende del -0,89%, a JPY 101,45.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio a quota $92,42 al barile, mentre le quotazioni dell’oro a $1.767,80 l’oncia. Quanto ai Treasury, i rendimenti a 10 anni scambiano all’1.763%.