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WALL STREET: IL PIL RICACCIA NELL’ANGOLO I RIBASSISTI

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Sui mercati azionari americani sono tornati a prevalere con convinzione gli acquisti, spinti dagli ultimi aggiornamenti macro che hanno allontananto i timori di un brusco rallentamento economico. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0.74% a 12226, l’S&P500 lo 0.92% a 1399, il Nasdaq e’ avanzato dello 0.81% a 2432. A limitare gli acquisti e’ stato pero’ l’avanzamento del petrolio, risalito sopra la soglia dei $62.

Nel terzo trimestre, il dato rivisto sul Prodotto Interno Lordo ha registrato un rialzo del 2.2%, recuperando dalla lettura preliminare di +1.6%, marciando ad un tasso superiore a quello atteso dagli economisti, pari all’1.8%. Ad intensificare il buonumore degli operatori e’ stata anche la componente del deflatore, importante indicatore delle pressioni inflazionistiche, che e’ cresciuto nella stessa misura stimata dal mercato (+1.8%).

A costituire ancora un elemento di preoccupazione sull’outlook economico e’ pero’ il raffreddamento del comparto immobiliare, rimarcato nell’ultimo dato relativo alla compravendita di case nuove, sceso del 3.2% ad ottobre, attestandosi ad un livello di 1.004 milioni (consensus 1.05 mln).

Anche dal rapporto sul Beige Book, rilasciato dalla Fed, e’ emerso che il comparto delle case, in parallelo al settore automobilistico, rappresentano le due componenti frenanti della crescita economica, che comunque procede ad un passo moderato nella maggior parte dei distretti. Il rapporto ha avuto un significato particolare poiche’ giunto all’indomani delle dichiarazioni del presidente della Fed, Ben Bernanke, relative all’attuale livello d’inflazione, ancora su valori “fastidiosamente elevati”.

La sessione sarebbe potuta probabilmente concludersi con un rialzo giornaliero maggiore se non fosse stato per il forte recupero dei prezzi energetici. Spinti dal calo delle scorte settimanali (quelle di petrolio in flessione per la prima volta in 5 settimane) e dalle previsioni di temperature rigide per i prossimi giorni, i futures con scadenza gennaio sono avanzati di $1.47 a $62.46 al barile, raggiungendo il miglior livello di chiusura dallo scorso 9 novembre.

Sul fronte societario, all’interno del Dow Jones si sono distinti in positivo il colosso dei chip Intel ([[INTC]]), grazie al rating Buy confermato da UBS in seguito al meeting “positivo” avuto con il CEO del gruppo (Paul Otellini), e il colosso telecom Verizon ([[VZ]]), che ha ricevuto un upgrade a Buy da parte degli analisti di A.G. Edwards. Bene anche Alcoa ([[AA]]), Merck ([[MRK]]), AT&T ([[T]]) ed Exxon Mobil ([[XOM]]). Maglia nera ancora una volta per General Motors {[[GM]]), in rosso anche Du Pont ([[DD]]) ed American Express ([[AXP]]).

Seduta volatile per il colosso informatico Apple Computer ([[AAPL]]), riuscito comunque a chiudere in territotio positivo dopo che gli analisti di Bear Stearns ne hanno rivisto al rialzo il target price a $100.

Riflettori puntati anche sulle societa’ retail. Sia Tiffany ([[TIF]]) che Aeropostale ([[ARO]]) hanno registrato rialzi di tutto rispetto dopo aver riportato una crescita dei profitti trimestrali.

In forte rialzo anche il New York Times ([[NYT]]) che ha beneficiato dell’interessamento di “Hank” Greenberg, ex capo di American International Group, all’acquisto di un “sostanzioso pacchetto” di azioni della societa’ editrice del popolare quotidiano.

In forte calo la societa’ network 3Com ([[COMS]])): l’azienda ha affermato che acquistera’ il resto di una joint venture cinese, di cui ancora non e’ proprietaria, da Huawei Technologies. Il titolo ha ceduto circa il 10%.

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Sugli altri mercati, sul valutario l’euro ha ceduto parte dei recenti guadagni nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi’ a New York il cambio tra le due valute e’ a quota 1.3142. In leggero calo l’oro. I futures con scadenza dicembre sono arretrati di $1.90 a $641.80 all’oncia. In calo i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.5210% dal 4.5090% di martedi’.