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WALL STREET: IL 2001 NELLA SFERA DI CRISTALLO

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Wall Street ha chiuso un anno nero in cui neppure l’ultima giornata di contrattazioni e’ scampata alle perdite.

I titoli tecnologici hanno fatto registrare all’indice Nasdaq Composite la peggiore performance in assoluto dal 1971, data di fondazione del listino telematico.

In generale – secondo la media statistica – chi ha investito sul mercato azionario negli Stati Uniti ha perso, chi ha scelto quello immobiliare ha guadagnato il 7%. Il mattone ha centrato in fronte la New Economy.

La voglia di voltare pagina e’ grande a Wall Street, ma il problema e’ capire cosa riservi il capitolo dell’anno 2001.

L’avvio della presidenza di George W. Bush, il rallentamento della crescita dell’economia americana, lo stato di salute della New Economy sono solo alcune delle incognite che pesano sul prossimo futuro.

A leggere la sfera di cristallo si cimentano analisti di chiara fama. L’avvenire, pur con molti distinguo, pare rassicurante.

E’ opinione consolidata che il 2001 sara’ lo spartiacque tra un periodo di crescita record e uno in cui si procedera’ a piccoli passi.

“Questa fine d’anno – ha commentato Jason Trennert, managing director ed economista di International Strategy and Investment Group di New York – e’ stata una vera propria ‘tempesta’, dove l’incertezza ha regnato sia sul fronte politico che su quello economico”.

“Credo che l’economia si stia raffreddando ma non vedo il pericolo di una recessione – prosegue Trennert – gli investitori dovranno pero’ ridurre le proprie aspettative per il prossimo anno. Anche se la Federal Reserve dovesse tagliare i tassi a fine gennaio, gli effetti cominceranno a farsi sentire solo nel medio periodo”.

William Dunkelberg, capo economista di National Federation of Indipendent Businnes, ritiene che nel 2001 l’economia americana crescera’ a un ritmo compreso tra il 2,5% e il 3%. “Si tratta di una performance di tutto rispetto – dice Dunkelberg – ma eravamo abituati a una crescita tra il 5% e il 6%”.

“Chi ha investito esclusivamente nel tecnologico -raccomanda Philiph Cook, un consulente finanziario che opera in California, proprio dove si trova la Silicon Valley – deve necessariamente diversificare il proprio portafoglio. Queste azioni riguadagneranno sicuramente parte del valore perso nel 2000, ma potrebbero volerci mesi, forse addirittura anni senza considerare l’estrema volatilita’ dell’high-tech”.

Cook raccomanda di liberarsi dalle azioni piu’ con un rapporto prezzo/utili troppo elevato. “Comprare e mantenere e’ ancora la strategia da seguire – spiega Cook – ma con un’economia che va piu’ piano questi titoli impiegheranno sicuramente piu’ tempo prt ritornare agli antichi fasti”.

Diversa l’opinione di David Dresbach, financial planner di St Paul (Minnesota). “Azioni come Microsoft (MSFT), Cisco Systems (CSCO) e Intel (INTC) hanno toccato questo mese il loro punto piu’ basso – dice Bresbach – E’ il momento di tornare a investire su questi titoli”.

Ecco come si sono comportati i principali indici nel corso del 2000:






IL MERCATO NEL 2000



IL MERCATO NEL 2000

Nasdaq Composite

-39,3%

Dow Jones Industrial Average

-6,2%

S&P 500

-10,1%

Miglior titolo (Nasdaq)

OSI Pharmaceuticals (OSIP)

+921%

Miglior titolo (DJ)

Philip Morris (MO)

+94%

Miglior settore

Utenze

+55%

Peggior settore

Telecom

-41%

Elaborazione dati: Ufficio Studi di WSItalia

 

(Vedi anche Nasdaq: il 2000 archiviato come l’annus horribilis, Usa: i numeri chiave del futuro economico, Le grandi fusioni industriali del 2000, Wall Street: non e’ stato solo delusioni il 2000, Hedge Fund: sfangano il 2000, nonostante Soros, IPO Usa: nel 2000 il 70% sotto il collocamento, Dollaro: con Bush sara’ piu’ debole, Piazza Affari nel 2001: ottimismo, ma con cautela)