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WALL STREET: GOLEADA PER EURO, ORO E GREGGIO

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Il taglio ai tassi d’interesse da parte della Federal Reserve, peraltro ampiamente atteso dal mercato, ha permesso ai listini americani di archiviare la sessione in territorio positivo, forse con una dose eccessiva di euforia. Il Dow Jones ha guadagnato l’1.00% a 13930, l’S&P500 l’1.20% a 1549, il Nasdaq (ai massimi di quasi 7 anni) e’ salito dell’1.51% a 2859. Inoltre dopo la decisione della Fed di abbassare il costo del denaro al 4.50%, il mercato finanziario ha registrato una tripletta di record storici (secondo alcuni analisti non esenti da pericoli e rischi): l’euro e’ schizzato sopra $1.45, il petrolio ha sfiorato i $95 al barile, l’oro ha sfondato per la prima volta in 28 anni la barriera degli $800 l’oncia.

Dopo aver tagliato il tasso interbancario di mezzo punto percentuale nel meeting di settembre, la Banca Centrale americana ha preferito proseguire su una linea di politica monetaria di tipo accomodante per permettere all’economia di assorbire piu’ efficacemente il colpo della crisi del mercato del credito scoppiata nei mesi estivi con i mutui subprime e il conseguente calo del mercato immobiliare.

Con il taglio di 25 punti base il tasso interbancario e’ passato al 4.50%; anche il tasso di sconto e’ stato rivisto dai governatori del Federal Open Market Committee al ribasso nella stessa misura, al 5.00%. I membri del Fomc sono tornati ad enfatizzare l’impatto negativo sull’economia degli Stati Uniti che viene dalla debolezza del comparto immobiliare e per i possibili rischi che gli elevati prezzi energetici e delle commodities possono ancora avere sulla dinamica inflazionistica.

Per Bill Gross, manager di Pimco (il principale fondo obbligazionario del mondo), la Federal Reserve potrebbe optare per una pausa nel meeting di dicembre, ma nella prima parte del 2008 sara’ costretta a portare i tassi a breve (fed funds) in un range compreso tra il 3% e il 3.5% per consentire all’economia statunitense di tornare a crescere. Leggere l’articolo:
TASSI: PIMCO, LA FED DOVRA’ TAGLIARE FINO AL 3,5%

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Nell’arco della seduta a Wall Street, prima della comunicazione sui tassi, gli operatori hanno avuto modo di valutare diversi comparti economici grazie al massiccio flusso di aggiornamenti macro. Nel dettaglio, la versione preliminare del Prodotto Interno Lordo ha mostrato un avanzamento del 3.9% nel terzo trimestre, oltre le attese degli economisti (pari a +3.1%) e superiore al trimestre precedente (+3.8%). L’indicatore sull’ADP Employment ha evidenziato un forte recupero del mercato del lavoro nel settore privato. Ha sorpreso gli economisti il calo dell’indice Chicago PMI, sceso al di sotto della soglia di “pericolo” dei 50 punti; migliore del consensus e’ risultato invece il dato sulla spesa per le costruzioni avanzato dello 0.3% contro le attese di un calo dello 0.4%

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Tra le societa’ facenti parte dell’S&P500 che hanno diffuso i risultati fiscali in giornata si sono distinte in positivo Mastercard (MA), Kraft Foods (KFT) e la mineraria Newmont Mining (NEM); la compagnia di assicurazioni Prudential Financial (PRU) riportera’ la trimestrale subito dopo la chiusra delle borse. I titoli tecnologici hanno continuato la corsa al rialzo: il comparto e’ giudicato “immune” dalla crisi del credito e dalla forte crescita delle commodities. In evidenza il colosso Internet Google (GOOG) schizzato ad un nuovo record, oltre la soglia psicologica dei $700. Bene anche Microsoft (MSFT) avanzato di oltre il 3%, buona serie di Buy anche su Apple (AAPL).

Nel comparto energetico, netta reazione del petrolio al breve sell-off di ieri: il greggio anzi e’ salito ad un nuovo massimo storico. I futures con consegna dicembre hanno chiuso la seduta con un rialzo giornaliero di $4.15 a $94.53 al barile. Nella seduta di martedi’ i contratti erano tornati a trattare poco sopra i $90 dopo che Goldman Sachs aveva consigliato ai propri clienti di “realizzare i profitti” sul petrolio.

In riferimento al comparto valutario, il taglio al costo del denaro ha avuto l’effetto di indebolire ulteriormente il biglietto verde, spingendo brevemente l’euro ad un nuovo record sopra 1.45. Nel tardo pomeriggio di mercoledi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4483. Forti acquisti anche sull’oro. I futures con consegna dicembre sono avanzati di $8.20 a $796.00 all’oncia; nelle contrattazioni after-hour hanno superato la barriera degli $800 per la prima volta negli ultimi 28 anni. In ribasso infine i prezzi dei titoli di Stato Usa. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ schizzato al 4.4750% dal 4.3830% di martedi’.

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