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Wall Street batte la ritirata dopo i nuovi record S&P

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NEW YORK (WSI) – Dopo i nuovi record di ieri messi a segno ieri dallo S&P500, Wall Street si mette in pausa. Per tutta la seduta hanno prevalso le vendite con gli investitori che incominciano a temere per l’attuale stato di salute dell’economia nordamericana. Al suono della campanella, il Dow segna un calo dello 0,35% a 15.413 punti, il Nasdaq fa -0,57% a 3.908 punti mentre lo S&P 500 perde lo 0,49% a 1.746.

Nonostante i dubbi sulla ripresa della maggiore economia al mondo, generati dagli ultimi dati deludenti giunti dal mercato del lavoro, l’indice allargato S&P 500 si appresta a registrare il guadagno annuale maggiore in un decennio.

Sugli investitori americani poi pesano i ribassi sulle piazze europee dovuti alla debolezza del settore bancario, che sembra destinato a registrate il primo calo in due settimane dopo che la Banca centrale europea ha annunciato i dettagli dell’asset quality review (la valutazione degli attivi bancari che sara’ effettuata dalla Bce in vista del passaggio alla Vigilanza bancaria unica europea). Non basta a risollevare gli animi il fatto che la Spagna e’ uscita dalla recessione per la prima volta dopo due anni.

Sul fronte macro, i prezzi dei beni importati negli Stati Uniti sono aumentati leggermente nel mese di settembre, con un +0,2% destagionalizzato rispetto al mese precedente. Lo ha reso noto il Dipartimento del Lavoro, sottolineando che l’aumento e’ legato al rialzo dei costi dei carburanti. Il dato e’ in linea con le attese degli analisti. Su base tendenziale i prezzi import sono calati dell’1%. Gli sforzi di stimolo da parte di alcune banche centrali hanno contribuito al calo dei prezzi di alcuni beni. Per esempio, i prezzi import dal Giappone sono in calo del 2,8% su base annuale, il calo piu’ forte su base annuale dalla fine del novembre 2002. I prezzi import dei beni petroliferi sono aumentati dello 0,8% mentre al netto del petrolio sono invariati.

Continua intanto la stagione delle trimestrali. Oggi è stata la volta, tra le altre, di Caterpiller. Il leader mondiale nella produzione di mezzi pesanti ha visto scendere del 44% i profitti del terzo trimestre, sulla scia di un continuo calo della domanda di macchinari per il settore minerario. La societa’ ha abbassato le stime per l’intero anno e prevede un utile di 5,50 dollari per azione e un fatturato di 55 miliardi di dollari, meno dell’utile per azione di 6,50 dollari, con giro d’affari tra 56 e 58 miliardi, ipotizzato in precedenza.

Profitti in aumento del 12% nel terzo trimestre invece per Boeing: il calo dell’utile delle attivita’ nel settore difesa e’ stato bilanciato dal buon andamento della divisione che si occupa di aerei commerciali, quella che include il 787 Dreamliner (+15% il fatturato, +40% l’utile operativo, +14% le consegne a 170 aerei). Il colosso aerospaziale ha alzato le stime per l’intero anno a una forchetta tra 6,50 e 6,65 dollari per azione contro il precedente range tra 6,20 e 6,40 dollari per azione. Nel terzo trimestre, la societa’ ha riportato profitti per 1,16 miliardi di dollari, 1,51 dollari per azione contro gli 1,03 miliardi, 1,35 dollari per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso.

Sul mercato valutario, euro osservato speciale: le speculazioni degli investitori secondo cui la Fed rimanderà il tapering al prossimo anno, dopo la pubblicazione del rapporto sull’occupazione Usa deludente.

Il dato dei nuovi occupati negli Usa ha alimentato “i timori sul ciclo economico” anche se rafforza “la decisione della Fed di rinviare l’inizio della fase di riduzione degli stimoli monetari”, scrive Bnl nel daily odierno. La moneta unica sale a $1,3784, dollaro/yen -0,87% a JPY 97,28. Euro/franco svizzero -0,12% a CHF 1,2311, euro/yen -1,05% a JPY 133,78.

Riguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio -1,44 dollari% a $96,33 al barile, mentre le quotazioni dell’oro invariate a 1.342,50 l’oncia.

titoli di Stato americani continuano positivi con rendimenti in ribasso al 2,47% per il benchmark decennale e al 3,57% per il titolo trentennale. Continua dunque il trend visto ieri e dovuto a un deludente rapporto dell’occupazione a settembre. Il “tapering”, la riduzione del ritmo con cui la Federal Reserve acquista titoli di stato e bond ipotecari, non e’ atteso prima di marzo. Secondo gli analisti tecnici un calo del rendimento del decennale in area 2,45% porterebbe poi al 2,2%. Il titolo a tre mesi e’ in calo con rendimenti in rialzo allo 0,038%