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Wall Street chiude cauta, in attesa del dato sul lavoro

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NEW YORK (WSI) – Chiusura poco mossa per Wall Street, in attesa della pubblicazione dei dati sulle non-farm payrolls di domani. Nel finale il Dow Jones segna un aumento dello 0,05% a 17.660 punti, lo S&P 500 segna un calo dello 0,02% a 2.050 punti mentre il Nasdaq scivola dello 0,18% a 4.717 punti.

Dal punto di vista macroeconomico, le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono cresciute piu’ delle attese. Il dato segue quello deludente di ieri calcolato da Adp, secondo cui il mese scorso e’ stato creato nel settore privato il numero di posti di lavoro piu’ contenuto dall’aprile 2013.

Il timore e’ che il dato di domani possa essere deludente visti i dati misti sul mercato del lavoro degli ultimi due giorni. Forse anche per questo le probabilita’ di un rialzo dei tassi a giugno da parte della Federal Reserve restano basse, all’11%.

Per dicembre invece salgono al 55%, segno che gli investitori si aspettano una sola stretta nel 2016. Eppure James Bullard, presidente della Federal Reserve di St. Louis, ha fatto capire di non essere compiacenti. Per lui, sul tavolo resta un aumento del costo del denaro il 14-15 giugno prossimi anche se tutto dipende dai dati.

Il mercato scommette pero’ che in vista del referendum sulla Brexit del 23 giugno, la banca centrale Usa manterra’ lo status quo.

Intanto, per la seconda sedute di fila, il petrolio ha chiuso in rialzo a New York. Il contratto a giugno ha guadagnato al Nymex 54 centesimi, l’1,2%, a quota 44,32 dollari al barile. Se ieri il mercato aveva preferito ignorare il dato sulle scorte settimanali Usa, cresciuto piu’ del doppio delle stime, concentrandosi sul calo della produzione, oggi il focus e’ sulle interruzioni della produzione petrolifera in Canada (dove un incendio ha causato evacuazioni per oltre 80mila residenti dell’Alberta) e in Libia (dove la violenza mette a repentaglio le esportazioni). E infatti le quotazioni avevano raggiunto nel durante i 46 dollari al barile per la quarta volta nel 2016 salvo ritracciare.

Da molti il rally era visto come eccessivo anche perche’ i fondamentali non cambiano. Si segnala pero’ che l’Arabia Saudita, il leader di fatto dell’Opec e il piu’ grande esportatore di greggio, ha alzato ai massimi di 14 mesi i prezzi di giugno ai clienti in Asia, il suo mercato piu’ grande dove arriva oltre la meta’ del greggio saudita esportato. E’ il segno della fiducia che la domanda nella Regione si stia risollevando. La compagnia petrolifera di stato Saudi Aramco ha alzato i prezzi di un barile di 1,10 dollari. L’ultima volta che c’e’ stato un balzo dei prezzi di questa portata risale all’aprile 2015 (fu di 1,4 dollari). Nonostante il rally del greggio nel primo trimestre 2016, le quotazioni sono in calo di oltre il 60% da quando lo scivolone e’ iniziato nel giugno 2014.

Dal fronte societario continua la pioggia di trimestrali con il gruppo farmaceutico Merck e il sito cinese di e-commerce Alibaba.