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Wall Street -4,4%, altro scrollone e tensione alle stelle

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New York – Gli indici americani chiudono molto male, con accelerazione dei sell in chiusura. Il Dow Jones e’ sceso di 519 punti (-4,62%), a 10.706 punti; il Nasdaq ha ceduto il 4,09% a 2.381, mentre lo S&P 500 ha perso il 4,42% a 1.120. Banche nel mirino come in Europa, il colosso Bank of America ha perso -10%.

Il dato relativo alle scorte di magazzino non fa nulla per migliorare il sentiment di Wall Street. L’indicatore è cresciuto dello 0,6% nel mese di luglio, a un ritmo inferiore rispetto alle attese degli analisti. E’ durata il tempo di un giorno l’euforia di Wall Street successiva alla decisione della Fed di lasciare i tassi invariati fino al 2013.

Le condizioni di volatilità dei mercati sono tali che questa mattina il Nyse ha invocato la Rule 48: si tratta di una norma utilizzata raramente che consente al New York Stock Exchange di sospendere le richieste per diffondere le indicazioni sui prezzi in apertura degli scambi. In questo modo, è più semplice che le azioni entrino velocemente negli scambi. Tale norma è stata concepita per affrontare soltanto quelle situazioni in cui la volatilità dei mercati raggiunge un potenziale talmente elevato da tradursi in un’apertura non giusta e ordinata dei titoli azionari.

Il quadro a Wall Street è cambiato subito: all’indomani dei forti buy, che hanno portato l’indice Dow Jones a registrare il guadagno più sostenuto dal 23 marzo del 2009, gli investitori preferiscono smobilizzare le proprie posizioni.

D’altronde, molti sono i dubbi che gli esperti hanno sull’efficacia della decisione del presidente della Fed Ben Bernanke e colleghi. Finora la stamperia dell’istituto ha inondato il sistema con una liquidità senza precedenti; in questo modo, negli anni successivi alla crisi finanziaria del 2008, sia l’azionario che l’economia americana hanno ricevuto benefici. Ma è anche vero che ora la congiuntura Usa, nonostante ben due manovre di politica monetaria espansiva, mostra ancora segnali di indebolimento. Si parla da più parti di un’economia drogata e il paragone con la “sindrome giapponese” appare per alcuni sempre più giustificato. Trappola della liquidità è la frase che associa in questo momento gli Stati Uniti con il Giappone.

Ecco perchè gli investitori propendono oggi per la cautela, dimenticando subito le rassicurazioni della Fed. A salire sono così i Treasury a dieci anni, con i rendimenti che scendono di 8 punti base al 2,15%. Forti acquisti anche sull’oro, che sul Comex mette a segno un balzo di $30, a $1.773,4 l’oncia. E i buy interessano anche i prezzi del petrolio, in crescita dell’1,5%, a $80,43 al barile.

Attenzione nella sessione odierna anche al fronte aziendale. Dopo la chiusura dei mercati, il colosso delle infrastrutture Internet Cisco pubblicherà infatti i risultati di bilancio relativi al quarto trimestre fiscale, così come il gigante dei media News Corp.Occhio anche a Capital One Financial Corp, che ha reso noto che acquisterà la divisione nazionale di carte di credito di HSBC Holdings a un premio di $2,6 miliardi circa.

Sul fronte dei mercati valutari, lievemente positiva la performance dell’indice che misura l’andamento del dollaro contro le principali valute, che si attesta a 74,002 punti.