Economia

Video anti Salvini: 277 miliardi di motivi per cui la Francia teme l’Italia

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Un video pubblicato dal governo francese per responsabilizzare il popolo francese in vista delle elezioni europee e invitarlo ad andare a votare contro i partiti di Viktor Orban e di Matteo Salvini ha sollevato un polverone. A sette mesi dalle elezioni del 26 maggio 2019 Macron ha lanciato una campagna filo europeista che potrebbe rivelarsi però un boomerang.

In sottofondo si sente una musica allarmista, senza commento. Il video (vedi sotto) in cui si evocano le questioni calde e le tante sfide in gioco, tra cui immigrazione, lavoro e clima, suscita più di un dubbio sugli effetti controproducenti che potrebbe avere.

Il clip, in cui si vedono le immagini del ministro dell’Interno italiano e del primo ministro ungherese, due personaggi considerati come tra i principali protagonisti dell’onda nazionalista e di chiusura delle frontiere e del commercio, è nettamente schierato contro le formazioni populiste.

Francia, banche troppo esposte all’Italia

Come con la Grecia durante l’ultima crisi del debito sovrano, le banche della Francia sono ampiamente esposte anche al sistema Italia. Si parla di €277 miliardi di debito governativo italiano in mano alle banche, l’equivalente del 14% del Pil.

Tenuto conto che il governo italiano ha lanciato il guanto di sfida alla Commissione Europea e alla Bce sui conti pubblici, il 2019 potrebbero voler dire guai seri per la Francia.

Il ministro francese delle Finanze Bruno Le Maire ha esortato l’organo esecutivo dell’Ue – che ha bocciato la manovra finanziaria italiana per il 2019, di convincere l’Italia a fare un passo indietro. Anche se non si rischia un effetto contagio, secondo Le Maire, l’area euro “non ha le armi necessarie per difendersi da una nuova crisi economica o finanziaria”.

Il governo francese è consapevole del fatto che una crisi in Italia metterebbe in ginocchio anche l’economia della Francia, con le banche che rappresenterebbero il veicolo di trasmissione principale del contagio. Parigi non è la sola nazione con livelli di esposizione preoccupanti al debito italiano, ma è il paese più esposto di tutti.

Secondo i dati della Banca dei Regolamenti Internazionali, la banca delle banche centrali, gli istituti di credito tedeschi hanno in mano 79 miliardi di euro di debito italiano, mentre le controparti spagnole 69 miliardi. Sono cifre significative ma decisamente inferiori a quelle delle banche francesi. Nei bilanci dei settori finanziari della prima, seconda e quarta potenza economica d’Eurozona sono iscritti 415 miliardi di debito italiano.

Mentre l’esposizione del sistema bancario tedesco è calata negli ultimi anni, quella della Francia è cresciuta. La Bce ha fallito nel suo tentativo di ridurre l’intreccio stretto tra banche e debito sovrano. Le misure a sostegno del mercato obbligazionario dell’area euro hanno anzi spinto le banche a comprare bond governativi a rischio zero.

Da un altro punto di vista, gli investitori non sembrano più di tanto preoccupati da questi pericoli di contagio. L’indice del rischio di contagio è sceso dal 36% al 33%. In altre parole i trader non temono per la stabilità dell’area. Ma come osserva Bloomberg, l’esposizione delle grandi banche europee ai Btp italiani vuole anche dire che i leader di Francia, Germania e Spagna sono incentivati a cercare un compromesso nella sfida tra Italia e Commissione Ue sul budget italiano.

Il governo giallo verde lo sa bene.

“A Bruxelles piacerebbe vederci uscire sconfitti”, ha detto il consulente economico della Lega Claudio Borghi, facendo capire che questo non succederà. “Abbiamo ancora 15 miliardi di euro nel fondo salva banche ereditati dall’era Renzi. Non è una situazione ideale ma abbiamo ancora margine di manovra. Alla fine saranno loro a dover fare un passo indietro”.

Non è un caso che Lorenzo Bini-Smaghi, ex membro del board della Bce e presidente di Societe Generale, la seconda banca di Francia, abbia paura che gli eventi di oggi stiano seguendo lo script della crisi del 2011. “L’Italia si sta per schiantare contro un muro”, ha avvisato il banchiere.

“L’economia rischia di scivolare in una fase di recessione nel quarto trimestre. Le banche hanno già ridotto le attività creditizie quest’estate, non appena gli spread hanno iniziato a salire. Il governo non capisce che l’impatto potrebbe essere violento“.