Società

Venezuela sull’orlo di una guerra civile: oltre 76 morti

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Si aggrava la crisi politica e istituzionale in Venezuela con il paese sull’orlo della guerra civile. Ieri decine di studenti che manifestavano contro la riforma costituzionale proposta dal presidente venezuelano Nicolas Maduro sono stati malmenati, derubati e rinchiusi in un camion senza finestre dentro al quale agenti della polizia hanno lanciato un candelotto lacrimogeno.

La brutale repressione della protesta è stata ripresa da vari testimoni, che hanno pubblicato sui social network immagini e video, ed è stata denunciata dal vicepresidente del Parlamento, Freddy Guevara. Una quarantina di studenti universitari, in maggioranza ragazzi, sono stati fermati mentre si dirigevano verso la sede del Consiglio nazionale elettorale (Cne).

“Erano al riparo, e i poliziotti gli hanno detto che uscissero tranquilli, che non c’erano problemi. Poi li hanno riuniti, gli hanno sparato addosso i lacrimogeni, hanno aperto gli sportelli di un camion frigo, li hanno caricati come se fossero bestiame e se li sono portati via”, ha raccontato Guevara.

Questo il giorno dopo in cui un elicottero della Polizia scientifica venezuelana ha sorvolato il centro di Caracas e dal velivolo sono state lanciate quattro granate sulla sede del Tribunale supremo di giustizia. Secondo quanto ha denunciato il presidente Nicolas Maduro si è trattato di un  “attacco terroristico”. Molti residenti nel centro di Caracas hanno visto e fotografato l’elicottero, che esibiva su uno dei lati una bandiera con lo slogan “Libertà 350”, in allusione a un articolo della Costituzione venezuelana che autorizza la rivolta contro autorità antidemocratiche.

La situazione in Venezuela è ormai degenerata. Dall’inizio della crisi, tre mesi fa, secondo il Washington Post, si contano almeno 76 morti negli scontri tra manifestanti e le forze di sicurezza. La maggior parte delle vittime sono civili. La paura è che il Venezuela possa scivolare in una vera guerra civile senza intervento diplomatico esterno.

La violenza non è più solo quella delle piazze ma è tra le istituzioni. Il Tribunale Supremo di Giustizia di Caracas ha congelato i beni personali della Procuratrice Generale, Luisa Ortega Diaz, che ha lanciato pesanti accuse contro il regime del presidente Maduro duramente contestato anche dalla piazza.