Economia

Veneto banca, azioni azzerate: un disastro annunciato

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MILANO (WSI) – E alla fine la storia si ripete. Dopo la Popolare di Vicenza, anche Veneto Banca ha previsto una maxi svalutazione che in un batter di ciglia ha bruciato cinque miliardi di euro detenuti dagli 87mila e oltre soci. Il Cda della banca presieduta da Stefano Ambrosini e guidata da Cristiano Carrus ha fissato nottetempo la forchetta di prezzo in vista della quotazione, tra 10 e 50 centesimi. Un disastro per i soci che hanno visto le proprie azioni pagate fino a 40,75 euro crollare ad un valore di pochissimi centesimi. Un’ecatombe che ha coinvolto piccoli e grandi imprenditori, politici, fondazioni, piccole imprese artigiane, giovani pensionati e anche banche americane.

E se si mette insieme il crac di Veneto banca con quello della vicina Popolare di Vicenza i numeri aumentano facendo del Veneto una regione colpita al cuore. Così la provincia di Treviso ha visto sparire 1,6 miliardi di euro, segue Vicenza con oltre 500 milioni, ma il comune più colpito è Montebelluna, dove Veneto banca ha la sua sede, con 31 mila abitanti e 334,5 milioni di euro spariti. Ma perché due istituti così geograficamente vicini, Popolare Vicenza e Veneto banca, hanno fatto il botto? Prova a spiegarlo dalle pagine de La Stampa il sociologo Daniele Marini, insegnante all’Università di Padova:

“Erano le ultime banche di territorio, il controllo era rimasto in mani locali malgrado la crescita dimensionale. I veneti si considerano diversi, adesso abbiamo scoperto che questa diversità non c’era (…) Questa volta non si possono addossare le colpe alla politica, ma va messa in discussione la classe dirigente locale in senso lato”.

E nel crac con epicentro il Veneto sono stati coinvolti un pò tutti, senza esclusione di colpi: dallo stilista Renè Caovilla, la famiglia Beretta, quella dei salumi, la Argo finanziaria, cassaforte del gruppo Gavio, politici come Silvio Berlusconi fino a giornalisti come Bruno Vespa. Ma il peggio, si sa, è sulle spalle dei piccoli, come sottolinea il sociologo.

“Le ricadute di questa storia si faranno sentire ancora a lungo non sui grandi, ma su piccoli imprenditori, artigiani, famiglie che avevano investito i risparmi”.