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Usa: Pil +2,5% in primo trimestre, peggio attese

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NEW YORK (WSI) – Il Pil degli Stati Uniti è cresciuto nel primo trimestre del 2,5%. E’ quanto ha riportato il dipartimento del Commercio Usa. Il dato è stato peggiore delle attese, in quanto gli analisti intervistati da Bloomberg avevano previsto una crescita dell’economia americana +3% su base annua, dopo il +0,4% dell’ultimo trimestre del 2012. Il consensus di Briefing era per una crescita +2,8%. In ogni caso il Pil Usa sembra quasi un boom rispetto all’Italia in depressione.

Il dato appena reso noto è preliminare, il che significa che ci saranno altre due revisioni prima della lettura finale del prodotto interno lordo degli Stati Uniti.

La buona notizia è che le spese per consumi hanno segnato l’aumento più alto in due anni, e che le aziende sono tornate ad accumulare le scorte. Tuttavia le spese del governo hanno segnato un forte calo e le importazioni sono cresciute.

Tornando alle spese per consumi, che di fatto sono il motore dell’economia Usa incidendo su di essa per il 70% circa, il rialzo è stato +3,2%, al ritmo più elevato dalla fine del 2010; bisogna precisare tuttavia che parte dell’aumento è il risultato dei prezzi più alti del petrolio.

Gli americani hanno di fatto speso di più, ma a scapito dei depositi presso le banche, con il tasso di risparmio che è sceso al 2,6%, al livello minimo dal quarto trimestre del 2007, e rispetto al 4,7% degli ultimi tre mesi dell’anno precedente.

Una delle regioni del forte calo dei risparmi va rinvenuta nel calo dei redditi. I redditi disponibili aggiustati tenendo conto della componente dell’inflazione sono calati a tasso annuo 5,3% nel periodo compreso da gennaio fino a marzo: si è trattato del calo maggiore dal terzo trimestre del 2009, dopo il +6,2% del quarto trimestre.

In crescita le scorte, che si sono attestate a $50,3 miliardi dopo l’incremento di appena $13,3 miliardi del trimestre precedente; tuttavia, gli analisti temono che tale aumento potrebbe non essere sostenibile.

Le vendite finali di prodotti e servizi mada in Usa, ha segnato +1,5%, al minimo in otto trimestri; riguardo al fronte immobiliare, gli investimenti nelle abitazioni residenziali sono balzati +12,6%, segnando il terzo rialzo su base consecutiva. Le spese delle aziende sulle attrezzature e sul software +3%.

Sorprendente flessione delle spese militari, che sono scivolate -11,5%, dopo il calo -22,1% del quarto trimestre del 2012. Complessivamente, le spese federali del governo sono calate -4,1%, riflettendo in parte i tagli che sono scattati agli inizi di marzo.

Importazioni +5,4% dopo -4,2% nel trimestre precedente, a causa di prezzi più elevati della benzina; esportazioni +2,9% dopo -2,8% preceddente. L’inflazione, misurata dall’indice relativo ai prezzi per i consumi personali – il PCE – è avanzata a un tasso annuo dello 0,9%, in calo rispetto all’1,6% dei due trimestri precedenti. La componente core in aumento +1,2%.

Il dato sul Pil Usa, inferiore alle attese, alimenta le attese secondo cui la Federal Reserve manterrà la propria politica monetaria espansiva per un arco di tempo ancora lungo, complice anche il basso livello dell’inflazione.