Mercati

UN INDICATORE RIALZISTA C’E’, A CHICAGO

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Il calo del mercato di venerdi’ scorso, dopo la doppietta Greenspan-inflazione, ha prodotto un raro rigonfiamento dei prezzi delle opzioni sugli
indici proprio il giorno in cui questi contratti
scadevano, il che di solito provoca un abbassamento della volatilita’ implicita. Il Cboe (Chicago Board of Trade Exchange) Volatility Index, noto in sigla come VIX, e’ in sostanza una misura del desiderio di protezione e voglia di copertura da parte degli investitori; e poiche’ costoro venerdi’ si sono precipitati a comprare put options proprio per proteggersi, l’indice e’ schizzato a un intraday di oltre 35 immediatamente in apertura, livello che non era stato toccato addirittura dallo scorso 15 gennaio. Per tutto il mese precedente l’indice veleggiava intorno al 22%.
Ebbene, un improvviso rialzo del VIX spesso segnala un ”bottom” del mercato. L’ultima volta che quest’indicatore infranse la quota di 30, il 24 settembre scorso, i trader notarono che bisognava molto probabilmente prevedere un rally nel breve termine. Infatti nelle due settimane seguenti lo Standard & Poor’s 500 mise a segno un balzo del 4,6% fino a toccare addirittura il recente massimo assoluto di 1.336, l’8 ottobre, prima di cominciare la ben nota discesa. Eppure gli analisti tecnici che prevedono un comportamento bullish a Wall Street basandosi sul
rialzo del VIX, stavolta devono fare i conti, ancora una volta, con il perenne paragone con l’ottobre 1987. In particolare: il crash di quel lunedi’ segui’ a ruota la scadenza dei contratti options del venerdi’ precedente.