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Trump, le chance di impeachment e cosa faranno i mercati

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Donald Trump può essere veramente destituito? Quante sono le probabilità che questo accada veramente e quale sarebbe l’impatto sui mercati? Che un tale scenario di impeachment, mai verificatosi prima nella storia degli Stati Uniti nonostante due procedure parlamentari avviate nel caso di Andrew Johnson e Bill Clinton, si concretizzi sul serio è difficile, dicono gli osservatori, se non altro perché la procedura, prima ancora che giudiziaria, ha una valenza politica. Il rischio di un “processo politico” della prima carica dello Stato sembra tuttavia crescere con il passare dei giorni, specie con l’avvicinarsi delle elezioni del Congresso nel 2018.

Secondo Geoffroy Goenen, direttore della gestione dell’azionario europeo presso Candriam Investors Group la minaccia di destituzione va tuttavia relativizzata. Il manager ha spiegato i motivi per cui i mercati non sono sembrati particolarmente scossi e perché il trend rialzista dei mercati azionari globali e soprattutto delle Borse americane non è da rimettere in causa.  L’indice S&P 500 ha perso l’1,8% circa da quando è scoppiato lo scandalo sulle dimissioni forzate dell”ex capo dell’Fbi James Comey, che stava indagando sulle vicende legate al Russiagate che vede coinvolto in prima persona Trump. Ma da allora ha recuperato terreno e ultimamente ha mostrato un buono slancio.

Inoltre, le possibilità concrete di un impeachment che si basi sui dati attuali sono molto scarse. Innanzitutto la procedura scatta nell’eventualità che ci siano i presupposti di crimini gravi come tradimento, corruzione oppure “altri gravi crimini e misfatti”. Per arrivare alla destituzione definitiva serve prima che una Commissione di Giustizia alla Camera e la Camera stessa, approvi l’avvio della procedura. A quel punto perché si vada fino in fondo bisogna che i due terzi del Senato la votino. In entrambe le Camere il partito dei Repubblicani detiene la maggioranza, un grande vantaggio per Trump, che tuttavia potrebbe venire meno a metà mandato quando si terranno le elezioni di mid-term. 

Se la procedura di impeachment di Trump dovesse venire avviata ed effettivamente votata dal Senato, anche questo non significa necessariamente, secondo il gestore di Candriam, la fine della dinamica vista sui mercati azionari europei da inizio anno e che sembra anzi aver preso un’accelerata nelle ultime settimane. La destituzione di Trump potrebbe persino essere salutarla per le Borse europee, almeno secondo Goenen che ha citato una serie di fattori favorevoli all’Europa rispetto agli Usa, tra cui la presenza delle misure di stimolo monetario della Bce e i fondamentali economici in miglioramento.

Quanto alla performance di Wall Street, nemmeno su questo frangente il gestore si mostra preoccupato. L’impeachment di Donald Trump potrebbe, in teoria, portare a un ritracciamento dell’S&P 500 tutt’al più sui livelli precedenti al cosiddetto ‘Trump rally‘ scattato sulle speranze di una serie di misure pro crescita e pro aziende del nuovo corso a Washington.

Una riforma fiscale sulle società si farà comunque anche senza Trump. È la punta di diamante dell’agenda economica di Trump e viene ritenuta dai Repubblicani come il passaggio fondamentale per rilanciare l’economia americana, per delle questioni di competitività delle aziende nazionali. Se la riforma non entra in vigore con Trump, vedrà comunque la luce del giorno con il governo successivo. La maggioranza del Congresso è favorevole a un adeguamento fiscale del genere.

Storicamente la procedura di impeachment o le dimissioni di un presidente, come nel caso di Nixon in seguito allo scoppio dello scandalo Watergate nel 1975, hanno avuto un impatto negativo sui mercati azionari americani ma ha creato delle opportunità d’acquisto interessanti sei mesi più tardi. Nel caso di Nixon, poi, l’economia si trovava in un contesto sfavorevole di recessione e crisi petrolifera. Il fatto che sia durata soltanto un semestre dimostra che una singola crisi politica, per quanto grave essa sia, è spesso di natura passeggera.