PIL pagina 72
La locomotiva tedesca mette la retromarcia. Nel terzo trimestre, il Pil è diminuito dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti, confermando allo stesso tempo una crescita dell’1,1% su base annua. Lo ha reso noto l’ufficio federale di statistica.
Nell’ultimo quarto dell’anno, invece, il PIL dovrebbe espandersi del 2,6% e non più del +2,8% come era stato anticipato.
Le stime sul tasso di crescita non si negoziano: non usa giri di parole il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria che in una nota smentisce le indiscrezioni apparse sui giornali secondo cui il tasso di crescita dell’Italia sia stato o sia oggetto di dibattito politico. “Le previsioni di crescita sono infatti il risultato
Ne è convinto il centro studi Prometeia, secondo cui nel quarto trimestre la produzione industriale tornerà a correre spingendo in alto il Pil
Intanto Luis de Guindos vice presidente della Bce ha affermato che l’effetto contagio dall’Italia “è stato finora limitato”, ma “rimane una possibilità”.
Ancora una revisione al ribasso per il Pil italiano da Oxford Economics, che ha tagliato le stime di crescita per il 2019, abbassandole allo 0,6% dallo 0,9% indicato a settembre. Per il 2020 e 2021 la crescita attesa, inoltre, è solo dello 0,8%. Non solo. La società di consulenza britannica ha di recente limato all’1% dall’1,1% le previsioni
È sceso di 12 punti percentuali il Pil reale pro capite in Italia negli ultimi dieci anni. È quanto emerge da alcune tabelle Eurostat, in base alle quali il dato è passato dai 28.200 euro, il 107,2% rispetto alla media dell’Ue a 28 (allora a 26.300 euro) del 2018 ai 26.400 euro del 2017 con una
Il commentatore del New York Times e illustre esperto di finanza John Mauldin mette in risalto alcuni dati preoccupanti sulla crescita del debito globale: “non andrà a finire bene”.
In linea con le attese il PIL del Regno Unito nel terzo trimestre dell’anno che sale toccando +0,6% contro +0,6% del consensus e lo 0,4% della precedente rilevazione.
Per l’esecutivo Ue, nel 2019 l’Italia sarà ultima per crescita nella eurozona e il secondo stato membro con deficit e debito più alti.