Società

Tra Imu, Tasi, bollo e canone Rai in fumo la tredicesima

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ROMA (WSI) – Quest’anno la tredicesima mensilità sarà più ricca ma sarà spesa in buona parte per pagare le tasse di fine anno. A renderlo noto gli ultimi dati snocciolati dalla Confcommercio sui consumi natalizi secondo cui nel 2015 aumenta di 1,2 punti percentuali la tredicesima netta dei dipendenti e dei pensionati arrivando a quota 39,4 miliardi ma sarà destinata per un quinto per le tasse di fine anno.

Quasi 8 miliardi delle tredicesime che percepiranno gli italiani serviranno così al pagamento di Ici, Imu, Tasi, tasse sull’auto nonché il canone Rai. 10 miliardi saranno destinati ai regali di Natale. In misura complessiva i consumi dalla tredicesima mensilità e le spese aggiuntive dei lavoratori autonomi nel mese di dicembre valgono circa 29,9 miliardi ei euro, ossia 1730 euro a famiglia con un leggero aumento dell’1,3 per cento rispetto all’anno scorso ma in calo se si guarda il livello del 2008 ( – 3,5%).

Dall’analisi di Confcommercio emerge anche una risalita della percentuale di chi effettuerà i regali: l’85,9% rispetto all’85,2% del 2014. In aumento anche chi ritiene i regali una spesa piacevole: il 52,5% contro il 50,6% del 2014. Ma c’è un altro dato importante che rileva l’indagine effettuata dalla Confcommercio guidata da Carlo Sangalli in merito ai consumi natalizi : quello 2015 è il primo Natale con segno positivo dopo 7 anni e il merito è della lenta ripresa, del petrolio, dei cambi e dei tasi di interesse.

“Se la prudenza è d’obbligo per l’incognita terrorismo, dopo 7 anni di crisi, questo Natale potrebbe essere finalmente il primo con il segno positivo (…) Le condizioni economiche sono favorevoli, petrolio, cambi e tassi di interesse, e la ripresa lentamente si sta concretizzando e sta producendo i primi effetti tangibili sulle famiglie”.

Tuttavia la critica c’è: oltre al fatto che un quinto della tredicesima sarà speso nelle tasse, il Governo per il numero uno di Confcommercio ancora non ha “vinto la scommessa di trasformare la crescita statistica in una ripresa diffusa e robusta”.

“C’è bisogno di più coraggio nel tagliare le tasse, ridurre il deficit di legalità, tagliare la spesa improduttiva e ridurre la cattiva burocrazia. Solo così possiamo avere una crescita del Pil più forte che ci consentirebbe di eliminare le clausole di salvaguardia nel 2015″.