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Torna spettro “flash crash” sui mercati: come difendersi

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Lo scenario degli investimenti è decisamente instabile e le sorprese cattive sono dietro l’angolo. Il rischio di un nuovo “flash crash” dopo quello di febbraio è reale e vale la pena tenere d’occhio una serie di possibili fattori scatenanti, che potrebbero – se concertati – provocare il caos.

Per capire come meglio difendersi dal punto di vista operativo, Bank of America Merrill Lynch ha fatto delle considerazioni approfondite. La volatilità non sta risparmiando nessun mercato: l’azionario, l’obbligazionario, il valutario e anche le materie prime hanno attraversato ultimamente fasi di violente oscillazioni di prezzo. Gli analisti delle banca osservano che ci sono le basi per assistere a un nuovo tracollo improvviso dei valori.

 

Il mese di ottobre è stato tra i più brutti degli ultimi anni per le Borse mentre a novembre la situazione appare instabile. Intanto i mercati del reddito fisso restano sotto pressione, anche per via della fine dell’era del denaro facile. Alcuni bond societari – come quelli di General Electric – sono scivolati a minimi storici.

E mentre sale la paura di default societari, il petrolio ha subito la fase di cali più lunga della sua storia (12 sedute consecutive negative). Turbolenze si sono viste anche sul Forex. Il crosso più volatile è stato quello tra sterlina e dollaro Usa, che è stato influenzato dalle paure per un atteggiamento da falco della Federal Reserve e dalle speculazioni sul fatto che i negoziati sulla Brexit si concluderanno senza un accordo.

“Spread anomali” e deleveraging “feroce”

La volatilità generale è uno degli elementi che sta creando una situazione “estremamente vulnerabile” nei mercati finanziari e questo potrebbe causare presto un flash crash. Le condizioni ci sono tutte, stando agli strategist di Bank of America Merrill Lynch.

A preoccupare la banca è anche l’opera di deleveraging “feroce”, ossia quando un’azienda tenta di ridurre il suo debito svendendo i suoi asset.  È una questione particolarmente preoccupante in Cina e anche gli Stati Uniti devono stare molto attenti ora che la banca centrale sta per alzare di nuovo i tassi di interesse, che renderà le attività di prestito e rifinanziamento del debito più complicate.

Infine, c’è il rischio di perturbazioni generato da quelli che gli analisti definiscono “spread anomali“. L’esempio offerto è quello del differenziale tra Libor ed Euribor , che rappresentano il costo al quale la banche europee sono disposte a prestarsi denaro le une con le altre.

Per un flash crash si devono avere due condizioni

Ebbene, lo spread in questione è il più ampio dal 1999, che come molti si ricorderanno è l’anno che ha preceduto lo scoppio della bolla dotcom. Ci sono un paio di elementi che devono comunque verificarsi prima che i mercati possano veramente collassare.

Il dollaro Usa, che si sta rafforzando da aprile dovrebbe registrare un’altra oscillazione violenta perché i mercati subiscano un “flash crash”. Tenuto conto che la forza del biglietto verde è dipendente dalle manovre e dagli annunci della Fed, un segnale “colomba” di Jerome Powell potrebbe indebolire improvvisamente il dollaro e aumentare la volatilità sui mercati.

Un altro agente disturbatore potrebbe venire dal fronte macroeconomico. Una lettura molto negativa potrebbe portare a una revisione al ribasso drastica delle stime di crescita per Pil e utili societari. Un ridimensionamento della crescita economica allontanerebbe i rialzisti, spingendo gli investitori a tenere un approccio più difensivo.

L’espansione dei profitti societari, da parte sua, è stata uno dei catalizzatori principali dei rialzi messi a segno negli ultimi 10 anni della fase di mercato rialzista. Non è sicuro che questi fattori si verifichino e ancora di meno che lo facciano all’unisono. Si tratta però di elementi da monitorare per non farsi trovare impreparati ed eventualmente anticipare il prossimo flash crash.