Economia

TIM, Vivendi stoppata. Colpo di scena: scende in campo CDP

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Che la Francia abbia messo gli occhi sull’Italia non è cosa nuova visto che da anni si assiste all’attacco derivante dall’Oltralpe a beni italici, da Mediobanca passando per Unicredit, fino agli ultimi Mediaset e Telecom.

Un uomo dietro le ultime scalate: l’imprenditore bretone Vincent Bollorè a capo del gruppo Vivendi, gigante dei media, della musica e dei videogiochi che controlla l’Universal Music Group, e Canal+, la pay tv leader in Francia. Da un po’ di tempo Vivendi ha messo gli occhi su Telecom Italia diventando il socio di maggioranza con una quota al 23,94%, esercitando potere direttivi anche se poteva esercitare solo il controllo di fatto come indicato dalla Consob.

I problemi con il governo nascono quando quest’ultimo voleva creare un unico soggetto, Telecom e Open Fiber, creatura dell’Enel e della CdP, la Cassa Depositi e Prestiti, cosa non gradita a Vivendi. L’ad di Telecom, Amos Genish, braccio destro di Bollorè, più volte ha sottolineato l’inutilità per Telecom Italia di accoppiarsi a Open Fiber.

OpenFiber risulta aver fatto ricavi per 70 milioni nel 2017 contro i 4,6 miliardi di Telecom”.

Altra nota dolente la mancata informazione da parte di Telecom a Palazzo Chigi dei sempre più crescenti poteri in mano a Vivendi, rivelando così la violazione della legge sul “golden power” e avviando da parte del governo l’iter per multare Telecom.

Oggi la vera sorpresa. L’Italia scende in campo per difendere la Telecom con la Cassa Depositi e prestiti  il cui consiglio di amministrazione ha deliberato l’ingresso nel capitale di Tim.

“Tale investimento – si legge nel comunicato – rientra nella missione istituzionale di CDP a supporto delle infrastrutture strategiche nazionali e vuole rappresentare un sostegno al percorso di sviluppo e di creazione di valore, avviato dalla società in un settore di primario interesse per il Paese. L’operazione è coerente con i criteri di sostenibilità economico-finanziaria che caratterizzano tutte le iniziative di CDP. Tale ingresso condurrà alla progressiva acquisizione di una partecipazione finanziaria di minoranza, non superiore al 5% delle azioni ordinarie”.

Una bella gatta da pelare per Vivendi che non avrà gioco facile considerando che il nuovo governo difenderà a spada tratta l’italianità. Repubblica riporta le parole del grillo Stefano Buffagni.

“Il nostro Stato deve tornare a farsi rispettare dai cugini d’oltralpe. E’ fondamentale riprendere, da mano straniera, la nostra infrastruttura tecnologica e di telecomunicazioni”.