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Tesla ammette di essere a corto di capitale

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Elon Musk se l’è presa con gli speculatori e con i giornalisti nell’ultima earning call di commento ai risultati del primo trimestre, ma farebbe meglio a guardare in casa propria. Il gruppo da lui guidato, Tesla, potrebbe aver bisogno di rafforzare la propria base patrimoniale di $2,5-3 miliardi di dollari quest’anno, secondo i calcoli della banca Jefferies.

Nel primo trimestre Tesla ha comunicato di aver bruciato più di un miliardo di dollari in contanti, a un ritmo record di $12 milioni al giorno. Questo ha alimentato i timori circa la possibilità di un aumento di capitale.

Nella sezione dedicata alla liquidità del report trimestrale depositato in mattinata, Tesla avverte che potrebbe aver bisogno di denaro fresco: “Continuiamo a valutare quelle che sono le nostre necessità in termini di spese in conto capitale e potremmo dover reperire nuovi capitali per finanziare la crescita rapida del nostro business”.

“Le spese in conto capitale si svilupperanno in linea con la nostra capacità di generare flussi di cassa operativi, con la nostra redditività e con l’andamento della produzione del Model 3“, l’auto con il prezzo più abbordabile della gamma della casa americana.

Proprio il modello continua a essere una nota dolente, con la produzione del Model 3 che va sempre a rilento, diventando un tallone d’Achille per Tesla. I dati evidenziano un miglioramento ma le 2 mila auto a settimana fabbricate sono ancora più del 50% sotto l’obiettivo di Tesla di 5 mila unità a settimana.

Tesla: ombre sulla credibilità di Musk

Reuters aveva avvertito la settimana scorsa che tali problemi sul fronte della produzione del Model 3 “hanno gettato ombre sulla credibilità di Musk” e sulla sua capacità di mantenere le promesse. “La serie di nuovi progetti in cantiere, dai semi camion a un SUV, ora appaiono agli occhi degli analisti come dei progetti cari e delle distrazioni che fanno sprecare tempo prezioso”.

Anche perché la concorrenza nel mercato delle auto elettriche si sta facendo sempre più aggressiva. La conclusione a cui arriva l’illustre agenzia di stampa internazionale è che “un aumento di capitale farebbe suonare un campanello d’allarme sui mercati, con la società che continua a bruciare denaro”.

Sta cambiando la percezione del gruppo da parte dell’opinione pubblica e dei media mainstream, con Bloomberg e Wall Street Journal che stanno facendo un lavoro di minuziosa esamina dello stato di salute del gruppo e della governance, sottolineando che ci potremmo avvicinare a una battaglia tra Musk e i soci azionisti in seno alla casa automobilistica.

Anche se si è convinti che le previsioni di Jefferies siano pessimiste, nemmeno quelle degli altri esperti del settore sono entusiasmanti. l’analista di UBS Colin Langan stima che Tesla, che ha chiuso il 2017 con 3,37% miliardi di contanti in tasca, potrebbe scendere sotto il cuscinetto di un miliardo alla fine di giugno.

Questo per via delle stime sul flusso di cassa negativo di 1,6 miliardi nella prima metà dell’anno. Alcuni, come per esempio Bernstein, prevedono che l’ammontare negativo possa arrivare a $1,8 miliardi. Se si sottrae a quella cifra anche 1,2 miliardi di dollari di rifinanziamento dei debiti per il 2018, il livello di cash di Tesla scende a 600 milioni.

Se le stime si rivelano corrette, anche se l’amministratore delegato Elon Musk continua a negare (“Tesla sarà redditizia e con un cash flow positivo nel terzo e quarto trimestre, pertanto è chiaro che non avremo bisogno di un aumento di capitale”), prima o poi sembra che Tesla dovrà ricorrere a un’operazione di rifinanziamento esterna. Sarà importante, in quest’ottica, vedere quali saranno le previsioni ufficiali del gruppo nei prossimi 3-6 mesi.