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Termometro della realtà non è più azionario, ma l’euro

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LEGNANO (WSI) – Borse ed euro che viaggiamo a due velocità e soprattutto in direzioni diverse. Questo il grosso tema della giornata di ieri, dove abbiamo visto la pubblicazione dei dati sui PMI francese, tedesco e dell’area euro, che hanno visto gli ultimi due far segnare valori inferiori sia alle rilevazioni precedenti sia rispetto alle attese.

Sul fronte tedesco abbiamo visto il PMI manifatturiero a 47.9, contro un 49 stimato dagli analisti (stima pari alla rilevazione di marzo), mentre quello dei servizi a 49.2 a dispetto delle aspettative che stimavano addirittura un aumento da 50.9 a 51.0. Non meglio l’area euro in generale, con un 46.5 sul versante manifatturiero, non lontano però dalle attese di 46.7.

La moneta unica europea, vicina alle resistenze di giornata, ha mostrato una reazione fortissima di fronte a questi dati, andando a perdere nel giro di pochissimo 100 punti, senza però superare i livelli di supporto di breve periodo e rimanendo dunque nei dintorni di quell’1.3000 che da inizio aprile rappresenta la barriera da superare per assistere a discese importanti dell’euro.

La reazione è stata seguita inizialmente dalle borse europee, soprattutto sul versante tedesco. Il Dax ha tentato il superamento dei livelli di supporto per poi mostrare una forte reazione rialzista, difficilmente spiegabile dal punto di vista delle correlazioni tra mercati, se non a livello di azionari.

Anche il Ftse Mib, le altre borse europee e quelle americane hanno di fatti performato in maniera egregia, il tutto senza assistere a vendite di dollari americani in quanto valuta di finanziamento, ma che hanno visto l’uscita di capitali dallo yen e dal franco svizzero.

Se per la situazione giapponese un ritorno verso la quota di 100 yen per ogni dollaro americano non rappresenta una novità, per la valuta elvetica invece, un allontanamento dall’area 1.2130/50 indica che EurUsd e UsdChf non si stanno muovendo in maniera perfettamente speculare, con l’euro che dopo la discesa è rimasto in laterale e con il UsdChf che invece è stato in grado di salire.

Questa de correlazione di breve non è sufficiente per far pensare ad uscite di capitali strutturali dai porti sicuri svizzeri, ma è un qualcosa a cui dobbiamo comunque prestare attenzione, soprattutto nell’ambito dell’analisi intermarket correlativa (che appunto ha mostrato il ruolo di valuta di finanziamento sugli yen e franchi, anziché sui consueti dollari).

EurUsd

L’area di resistenza individuata in 1.3070, con il mancato superamento di 1.3085, ha portato a una forte discesa del’euro che, dopo aver raggiunto l’area di target indicata tra 1.2975 e 1.3000, non ha rotto verso quell’1.2940 che rappresenta il primo livello di arrivo in caso di prosecuzione del movimento ribassista. Stiamo ora consolidando sotto la media mobile a 21 periodi con l’area che passa intorno a 1.3025 che potrebbe rappresentare una buona resistenza, data da punti statici precedenti.

Il risk reward offerto da questa impostazione non è dei migliori, in quanto per assistere a risalite potrebbe divenire necessario il superamento di 1.3050 che però, insieme a quell’1.3085 che curavamo ieri rappresenta una forte area di resistenza. Meglio dunque attendere rotture anziché lavorare in pull back delle prime resistenze, con impostazioni long sopra 1.3050 e short sotto 1.2970.
UsdJpy

Perfetta la situazione tecnica individuata su UsdJpy, che dopo essersi appoggiato sui supporti dati dalla parte bassa del canale orario rialzista tracciato (livello tra l’altro coincidente con dei punti statici molto sentiti nel recente passato) ha raggiunto 99.15 e dopo averlo superato ha esteso oltre il 99.45 stimato. Il mercato non è stato in grado di raggiungere i massimi precedenti posti in area 100.00. Siamo sopra le media mobile a 21 periodi, che rimane impostata a rialzo e che, insieme a 99.00 (area di punti precedenti e del passaggio della EMA100) potrebbe rappresentare un buon supporto sul quale lavorare in acquisto di dollaro. Un superamento a ribasso di 98.75 potrebbe risultare propedeutico ad accelerazioni verso 98.50, che se superato potrebbe lasciare spazio a 98.35, il vero livello trigger per discese oltre 98.00. Un superamento invece rialzista di 99.75, potrebbe portare a tentativi di rottura di 100.00, che potrebbe divenire definitiva in caso di superamento di 100.40.

EurJpy

Avevamo ragione ad individuare la situazione tecnica sull’EurJpy come confusa per la giornata di ieri. Gli acquisti in area 128.50, con la partenza ribassista dell’EurUsd si sono rivelati sbagliati, ma la strategia difensiva che prevedeva uno stop e reverse sotto 128.35, con potenziali target sotto figura ha dato dei buoni risultati. Stiamo ora consolidando intorno alle medie che si stanno continuamente incrociando, dipingendo una fase potenzialmente laterale. Oggi attendiamo il superamento rialzista di 129.85 prima di pensare ad ingressi long con target potenziali sui massimi (e possibilmente tentativi di rottura di 130.60 per 131.10), mentre in caso di ribassi sotto 128.75 è possibile ipotizzare accelerazioni verso 128.25.

GbpUsd

Anche sulla sterlina le strategie difensive hanno portato a buone coperture, con il mercato che ha raggiunto, senza rompere, il livello di 1.5200, per poi tornare verso 1.5300. Siamo in fase laterale lievemente ribassista, dove è possibile seguire le resistenze date dalle medie orarie impostate a ribasso e passanti tra 1.5250 e 1.5270, con difficoltà a valutare stop e reverse sopra quest’area a causa dei diversi punti presenti (meglio un o stop secco e la valutazione di eventuali long in caso di superamento di 1.5325).

AudUsd

Livelli di attenzione simili a quelli visti ieri sull’australiano, che è rimasto in laterale tra 1.0220 e 1.0270. Riproponiamo dunque i livelli di ieri. 1.0220 rappresenta il supporto principale da seguire per vedere tentativi di rottura di 1.0200. I prezzi si stanno muovendo intorno alla media a 21, che insieme a 1.0270 (punti di minimi precedenti che hanno fatto da supporto), potrebbe rappresentare una buona area di resistenza per pensare ad acquisti di dollaro americano, tenendo conto che se dovessimo superare 1.0285 le probabilità di muoverci verso quell’ 1.0315 (da valutare per rotture rialziste) aumentano.

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