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Luglio e agosto sono storicamente mesi in cui il divario fra i rendimenti delle classi d’investimento è particolarmente alto
Oggi si è interrotto il silenzio strategico tenuto dalla Bce dopo il risultato choc della Brexit. I risultati della prima uscita pubblica posto referendum sono stati contrastanti. “Da un lato si nutrivano forti aspettative, visto che si trattava della prima uscita ufficiale di Francoforte dopo il referendum, dall’altro il consensus stimava in larga parte il
Moderata, ma stabile: così dovrebbe essere la crescita economica della prima potenza mondiale stando all’ultimo indice macro pubblicato sulle previsioni per i prossimi sei mesi. Il superindice, che con le sue dieci componenti diverse misura il ciclo di attività futura dell’economia, è stato dello 0,3% più alto a giugno rispetto al mese precedente. Il mese
Un alert nel momento in cui gli indici azionari Usa continuano a testare nuovi record. Ma già la sessione precedente invita alla cautela.
Nonostante l’instabilità dei mercati e l’esito inatteso del referendum britannico, dal panel di strategist di AIAF emerge un perdurante consenso sulla componente azionaria.
Titoli italiani saranno esposti nei mesi estivi, a una volatilità legata alle banche, al prossimo referendum e alle revisioni di rating dell’autunno”.
La sterlina torna a scendere di prezzo. Banche centrali preparano le contromisure anti Brexit mentre gli attacchi di Istanbul portano altra tensione.
Il voto a favore della Brexit ha spostato gli equilibri mondiali e i mercati hanno reagito di conseguenza. Ma l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea sarà davvero così disastrosa? Stando alla visione più pessimistica, l’aumento della volatilità di mercato in Regno Unito impatterà sull’economia domestica e sulla volontà delle imprese locali di investire in futuro.
Il titolo RBS era crollato alla vigilia fino a -22%.
La volatilità scatenata dalla Brexit influisce anche sulle materie prime. I prezzi del petrolio sono scivolati a quota $46 al barile nella mattinata Usa. Venerdì quotavano a un certo punto anche 50 dollari. Pesa anche il fatto che Nigeria e Canada abbiano riavviato la produzione di barili di petrolio dopo gli attacchi ai bacini petroliferi