Economia

S&P: “Accelerazione ripresa salverà banche italiane”

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La ripresa dell’economia italiana è destinata ad accelerare il passo. Ne sono convinti di analisti di Standard & Poor’s secondo i quali le condizioni economiche più favorevoli forniranno un aiuto agli sforzi delle banche per ridurre i loro grossi stock di non performing assets, che si sono accumulati durante la recessione tra il 2008 e il 2015.

“Ci attendiamo che la ripresa economica in Italia, che è iniziata nel 2015, guadagni velocità con una media di crescita annuale del Pil dell’1,3% dal 2017 al 2019″ si legge in un’analisi sul settore bancario italiano, che continua: “La ripresa sarà supportata dall’aumento degli investimenti e da una solida crescita dell’occupazione oltre che dalla politica monetaria espansiva”.

A livello bancario,

“Ci aspettiamo che il livello di non performing exposure scenda gradualmente a circa il 13%-14% nel 2019 dal 18,7% che stimiamo come livello per il giugno 2017, anche grazie ai piani degli istituti di vendere parti di questi asset problematici”.

Nonostante questa previsione di un miglioramento, gli analisti dell’agenzia di rating si dicono convinti che le banche italiane debbano ancora fare i conti con rischi economici superiori a quelli incontrati da gran parte dei loro concorrenti europei, senza contare poi che le incertezze politiche in vista delle elezioni del 2018 potrebbero pesare sul rating di BBB.

“Questo perché l’alto livello dello stock di Npl continuerà a pesare sui bilanci delle banche e sulla redditività per alcuni anni”. Non solo. “Questo alto livello degli asset potrebbe anche rappresentare nuovamente un fattore di rischio se le condizioni economiche dovessero deteriorare.

La decisione del governo italiano di finanziare il bail-out di banche in crisi come Monte dei Paschi e la liquidazione Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza nel giugno 2016 hanno ristorato la fiducia dei mercati ma, osservano gli esperti di S&P’s, se questo ha portato qualche sollievo al settore bancario, non ha risolto i suoi problemi di fondo.

“Questo perché i bassi tassi di interesse e le perdite ancora alte sui crediti abbassano a nostro pare le prospettive di redittività nei prossimi due anni”.