Economia

Semaforo verde al piano povertà. Per italiani è emergenza casa

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NEW YORK (WSI) – Via libera dal governo al Piano Nazionale contro la povertà. Un piano che ha come base di partenza  800 milioni di euro messi a disposizione dalla Legge di stabilità.

L’ok al ddl delega e’ stato annunciato ieri sera dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, al termine del Consiglio dei Ministri, che ha spiegato che l’intervento è “basato sul principio dell’inclusione attiva, con un progetto personalizzato” e prevede “due binari: un sostegno al reddito e una presa in carico per far sì che la famiglia in condizione di povertà possa uscire da quella condizione”.

Alla base della nuova normativa l’idea di estendere  il Sia, il Sostegno di inclusione già sperimentato in 12 città, che prevede un assegno che in media oscilla tra 200 e 400 euro/mese.

Secondo le stime del governo del nuovo piano dovrebbero beneficiare circa 280 mila nuclei familiari con 550 mila bambini a carico per un totale di 1 milione e 150 persone.

Al nuovo Sia potranno accedere sia famiglie italiane e comunitarie che extracomunitarie.

In generale, la misura nazionale di contrasto alla poverta’ prevede “la predisposizione per i beneficiari di un progetto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa sostenuto dalla offerta di servizi alla persona”. Una misura “volta a superare la logica di mera assistenza passiva, introducendo il principio della attivazione finalizzata alla inclusione sociale e lavorativa”.

A conferma della situazione sempre piu’ drammatica in cui versano le famiglia italiane, arriva oggi una ricerca realizzata da Nomisma, dalla quale emerge che l’edilizia pubblica italiana non è più sufficiente ed a usufruirne è appena un terzo delle famiglie, pari a 700mila, in condizione di disagio.

L’indagine, realizzata nella seconda metà del 2015 dall’istituto di ricerca bolognese, ha messo in evidenza che “al di fuori dell’edilizia residenziale pubblica esiste un disagio economico che ha coinvolto nel 2014 1,7 milioni di nuclei familiari in affitto. Si tratta di famiglie che, versando oggi in una condizione di disagio abitativo (incidenza del canone sul reddito familiare superiore al 30%), corrono un concreto rischio di scivolamento verso forme di morosità e di possibile marginalizzazione sociale”.

“La dotazione di edilizia pubblica” consente, continua Nomisma, di salvaguardare poco più di 700mila nuclei familiari, vale a dire un terzo di quelli che versano in una situazione problematica. Rispetto al totale degli alloggi gestiti in locazione (circa 758 mila), nel 2013 a livello nazionale risulta regolarmente assegnato l’86% delle abitazioni (circa 652mila alloggi), mentre la restante quota del 14% risulta non assegnata o perché sfitta o perché occupata abusivamente.